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Le auto blu? Uno scandalo da oltre 2 miliardi E Brunetta: "Dal 2014 spenderemo la metà"

Ecco l’inventario del parco macchine degli enti pubblici: 72mila le auto blu a disposizione della pubblica amministrazione, 2.150 milioni la spesa ogni anno, 35mila i lavoratori impiegati (14mila autisti). Solo per parcheggi e logistica si spendono 650 milioni l'anno. Per gli autisti più di un miliardo

Le auto blu? Uno scandalo da oltre 2 miliardi
 
E Brunetta: "Dal 2014 spenderemo la metà"

Roma - «Possiamo risparmiare un miliardo di euro in un triennio e 600 milioni l’anno a regime. Su questo mi gioco la reputazione». É questa la sfida lanciata da Renato Brunetta contro l’abuso di auto blu nei palazzi del potere. Un obiettivo per il quale il ministro della Pubblica amministrazione, sfidando ironie, perplessità e scetticismi assortiti, è andato a censire le disponibilità di più di 5mila enti. Un’operazione trasparenza necessaria ad avere un quadro realistico dello sconfinato parco auto delle nostre amministrazioni e propedeutica a una successiva stagione di tagli e «razionalizzazioni».

Il primo passo è stato, dunque, consumato. E il risultato è visibile nel «Monitoraggio Auto Blu 2011» realizzato dal Ministero della Pubblica amministrazione insieme al Formez. Uno studio che certifica come le auto blu incidano sulle casse dell’erario per circa due miliardi e 150mila euro ogni anno. Come si compone questa tutt’altro che trascurabile cifra? Secondo il Monitoraggio, i costi di pura gestione del parco auto di 72mila autovetture ammontano a circa 350 milioni di euro. Calcolando gli ammortamenti, i costi di stazionamento e logistica (per circa 300 milioni), il costo totale si avvicina ai 650 milioni. A questa cifra bisogna poi aggiungere il costo del personale (autisti, addetti al parco auto, manutenzione, controllo) stimato in circa 35mila unità, di cui circa 14mila autisti, per un costo stimato di circa 1.500 milioni di euro. Questa spesa non include, naturalmente, i costi relativi alle circa 50mila autovetture usate per scopi di sicurezza e difesa personale e nazionale e le 16mila autovetture di polizia municipale e provinciale.

Il processo di compressione dei costi, in realtà, è già iniziato dall’aprile dello scorso anno, con la prima direttiva Brunetta. Dopo quella prima sollecitazione parecchie amministrazioni hanno assunto iniziative di contenimento dei costi. Tra quelle che hanno fatto registrare riduzioni significative del parco macchine figurano: il Comune di Roma passato da 1186 a 988 (-198); il Comune di Messina passato da 164 a 103 (-61); quello di Milano passato da 496 a 442 (-54). Buone «performance» anche per il Comune di Padova, la Provincia di Milano, il ministero delle Politiche agricole; la Regione Piemonte; la Regione Lombardia; il Comune di Palermo e quello di Genova.

Osservando i numeri più nel dettaglio, la quota totale di 72mila auto viene così scorporata: 2mila auto «blu blu» destinate agli eletti (di rappresentanza politico-istituzionale a disposizione di autorità e alte cariche dello Stato e delle amministrazioni locali), 10mila auto «blu» (di servizio con autista a disposizione di dirigenti apicali) e 60mila auto «grigie» (senza autista, a disposizione degli uffici). Dalla rilevazione emerge anche che nel 2010 le auto hanno percorso circa 800 milioni di km. Di questi, il 10% sono stati percorsi dalle auto «blu blu» e «blu» e il 90% dalle auto «grigie». Le auto di proprietà sono state utilizzate per il 70% della percorrenza, il rimanente 30% è a carico delle auto a noleggio e in affitto. Il parco macchine è composto per il 77,6% di auto in proprietà e dal rimanente 22,4% di auto detenute ad altro titolo. Le auto acquistate in proprietà nel 2010 sono stimate in circa 4.600 vetture a un costo medio - di acquisto o riscatto - di circa 13mila euro. La spesa complessiva stimata per gli acquisti nell’anno risulta pari a circa 60 milioni di euro. Vi è, comunque, un progressivo orientamento, per le auto di rappresentanza, a privilegiare le auto non in proprietà.

Sarà dunque a partire da questa fotografia che si partirà per mettere a regime l’operazione «abbatti-costi». Con i nuovi limiti all’utilizzo delle auto si punta ad ottenere nel triennio 2012/2014 un risparmio di circa 900 milioni di euro (240 a livello centrale e 660 a livello locale). Un risultato che non avrebbe una ricaduta soltanto economica visto che riporterebbe molto personale in divisa a funzioni operative sul territorio.

E stempererebbe la rabbia verso uno dei privilegi più odiati dagli italiani.

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