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Aveva pagato l'album con il reddito di cittadinanza, denunciata cantante

Una cantante neomelodica catanese denunciata dalla polizia per truffa: si era pagata la registrazione del suo album con i soldi del reddito di cittadinanza

Aveva pagato l'album con il reddito di cittadinanza, denunciata cantante

Sognava una carriera nel mondo della musica neomelodica. E aveva pensato a tutto. Non solo ai concerti nelle borgate e nei localini, ma ad un album tutto suo, con 5 brani inediti. Per tentare di sfondare. E così si era rivolta ad una nota casa discografica e aveva iniziato la registrazione del suo lavoro. Brano dopo brano, vedeva il suo album crescere e diventare sempre più suo. Ma al momento di pagare il conto non ci aveva pensato due volte e aveva utilizzato la sua carta del reddito di cittadinanza per pagare la casa discografica. Agata Arena, una cantante neomelodica di Catania, è stata così denunciata per avere percepito illecitamente il reddito di cittadinanza. Interrogata dai poliziotti del commissariato di Librino, ha dichiarato che aveva bisogno di soldi per la pubblicazione dei suoi pezzi inediti.

La scoperta è avvenuta dopo che gli agenti, nell'ambito di una serie di controlli in corso, hanno controllato un minimarket, senza licenza, in uno stabile di viale San Teodoro all'interno di un appartamento occupato abusivamente, di proprietà del comune. All'interno vi erano i cartelloni pubblicitari con il volto di "Agatina" che pubblicizzava il suo primo lavoro discografico con un nuovo album di prossima uscita nei primi giorni di novembre. Dai controlli, la polizia ha anche rilevato che nel nucleo famigliare di Agata Arena, tre persone lavoravano nel supermercato abusivo nonostante avessero dichiarato all'Inps di essere completamente disoccupati. Una falsa dichiarazione che ha permesso proprio ad Agata Arena, di richiedere e ottenere il reddito di cittadinanza in una proiezione di 18 mensilità a partire dal mese di luglio, per un importo mensile di euro 709,99 euro. Sempre la cantante ha dichiarato di essere residente presso una casa popolare assegnatagli dal comune di Belpasso, mentre invece risultava essere domiciliata a Catania in viale San Teodoro.

Tutti e tre sono stati denunciati per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

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