Rapporti

Azionario da considerare per i prossimi sei mesi

Per gli esperti è meglio un peso maggiore sulle azioni e uno minore sui titoli di Stato con rating superiore

Ennio Montagnani

Ora che le preoccupazioni politiche sono state raffreddate dalla vittoria di Emmanuel Macron alle elezioni presidenziali francesi, i mercati dovrebbero concentrarsi sui fondamentali economici e aziendali europei. E anche i portafogli della clientela Private, di solito più prudente e meno incline alla speculazione, potrebbero prendere in considerazione una maggiore esposizione al mercato azionario.

Gli esperti di BlackRock Investment Institute (BII), per esempio, ribadiscono la loro preferenza attuale alle azioni europee, grazie anche al potenziale di afflussi da parte degli investitori internazionali attesi alla luce dei miglioramenti economici della regione.

«Gli indici europei PMI indicano la più forte attività economica degli ultimi 6 anni, mentre l'Europa sta per trarre vantaggio dalla reflazione globale e le valutazioni delle azioni cicliche appaiono interessanti», sottolineano i professionisti del BII che, in parallelo, ammettono invece di essere sottopesati nel reddito fisso europeo.

«Le migliorate prospettive economiche della regione possono spingere i mercati obbligazionari a rendimenti più alti (con conseguente caduta dei prezzi delle obbligazioni), specialmente se i mercati avessero la sensazione che la Banca centrale europea si stesse muovendo verso la riduzione degli acquisti di asset», spiegano gli esperti di BII.

Anche Matteo Ramenghi, chief investment officerdi UBS Wealth Management Italy, suggerisce un sovrappeso sulle azioni globali e statunitensi rispetto ai titoli di Stato con rating elevato. Gli utili aziendali sono in crescita nella maggior parte delle regioni, sorretti dal rafforzamento della domanda al consumo, dall'aumento degli investimenti aziendali e dal rialzo dei prezzi delle materie prime. Poiché le valutazioni azionarie globali in termini di rapporto prezzo/utili (P/E) sono leggermente superiori alle medie di lungo periodo, i prezzi mostrano ancora un certo potenziale di rialzo grazie alla crescita degli utili societari.

«Il sovrappeso su Wall Street esprime la nostra convinzione che l'economia americana sia la locomotiva della ripresa in corso.

Il sovrappeso nell'azionario globale dovrebbe complessivamente beneficiare dell'attesa sovra performance degli strumenti più rischiosi rispetto a quelli più tranquilli (come gli strumenti monetari e i titoli di stato a elevato rating)», precisa Ramenghi.

Indicazioni interessanti per le scelte di portafoglio si possono ricavare pure dalla seconda edizione 2017 del Panel Strategist, l'analisi trimestrale realizzata da AIAF, l'Associazione italiana degli analisti e consulenti finanziari.

Dalla lettura del report, si constata che la visione sull'azionario Usa passa da leggermente positiva a neutrale, in concomitanza con il peggioramento delle stime sul dollaro. Migliora, invece, da leggermente positivo a positivo, il parere degli esperti nei confronti dei bond dei mercati emergenti grazie, soprattutto, al fatto che le politiche protezioniste minacciate da Donald Trump non sembrano essere cosisevere come si pensava durante la campagna elettorale americana e nei primi 100 giorni della nuova amministrazione Usa. Il contesto macroeconomico epositivo e le attese di crescita degli utili aziendali favoriscono le asset class azionari, in particolare dell'Area Euro. Nel portafoglio ottimizzato rilevato dal sondaggio AIAF si conserva il sovrappeso sull'azionario area Euro (6,6%) e anche dell'Italia (3%) e si riduce l'esposizione a Wall Street (da 12,8% a 11,8%).

Il portafoglio resta sottopeso rispetto al benchmark di azionario BRICS (Brasile, Russia, India e Cina), nonostante la visione positiva su questi mercati, a causa dell'elevata volatilita. Il giudizio negativo sui governativi europei e americani induce l'ottimizzatore AIAF a mantenere a zero l'esposizione su queste componenti, premiando, al contrario, sia i bond emergenti e sia le obbligazioni societarie, che continuano a beneficiare del miglior rapporto rischio/rendimento.

Confermata, infine, la scelta di sovrappesare l'investimento in oro.

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