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Ballarò slitta, Floris strilla La tv ha un altro martire

Slitta l’esordio di Ballarò per far posto a Vespa sulle nuove case dell’Abruzzo. La sinistra grida alla censura, Santoro si accoda. Repubblica prepara cortei per difendere la libertà

Ballarò slitta, Floris strilla 
La tv ha un altro martire

La Rai ha deciso di affidare domani sera la diretta dell’inaugurazione delle nuove case in Abruzzo a Bruno Vespa e al suo Porta a Porta. Apriti cielo. Alla sinistra la cosa non va giù e da ieri sera le agenzie battono dichiarazioni di fuoco di capi e capetti dell’opposizione su quello che a loro dire è l’ennesimo attentato alla libertà di informazione. Già, perché andando in video Vespa, la prima puntata di Ballarò, prevista per domani sera su Raitre, deve slittare. Per ragioni di palinsesto e concorrenza con Mediaset, non è infatti possibile mandare in onda contemporaneamente su reti Rai due trasmissioni di approfondimento giornalistico. Secondo la sinistra è uno scandalo. Lorsignori avrebbero preferito che a raccontare il miracolo berlusconiano - case vere a tempo di record - fossero Giovanni Floris e la sua squadra, notoriamente non schierata politicamente e senza alcun rancore nei confronti di questo governo. E Vespa? Pazienza, salti il giro e amen.

Ora, noi italiani non di sinistra saremo anche un po’ fessi ma una cosa ci è chiara. La libertà di informazione a sinistra è intesa come libertà di infangare qualsiasi cosa faccia il governo Berlusconi. Anche con l’uso della menzogna come dimostra il recente caso la Repubblica-Zapatero. Fin che si tratta di editoria privata, affari loro. Ma su reti pubbliche con soldi pubblici e su un tema come il terremoto, la pretesa che la minoranza, tra l’altro sempre più esigua, si arroghi il diritto di informare, o meglio disinformare, la maggioranza dei cittadini ci pare onestamente troppo.

I milioni di euro impegnati per dare un tetto ai terremotati non sono di Giovanni Floris, Michele Santoro (che strilla alla censura perché non gli mandano in onda uno spot) o Ezio Mauro, novelli martiri (miliardari) dell’informazione libera. Quei soldi sono innanzitutto nostri e abbiamo il diritto di vedere dove sono finiti e che risultati hanno portato senza sorbirci battutine allusive su vallette, Zapateri e ammennicoli vari. La sinistra si vergogna di Silvio Berlusconi e della sua squadra? Benissimo, le risparmiamo la sofferenza di celebrarne un successo o di registrare un possibile «grazie» di qualcuno che a pochi mesi dal dramma rientra in una casa vera, arredata e confortevole.

Tutto ciò a prescindere dai motivi pratici che hanno portato alla decisione di mettere in campo Vespa. Il primo, è la scelta del direttore generale di portare la diretta su un evento così importante sulla rete ammiraglia. Il secondo, come lo stesso conduttore ha spiegato ieri sera, è che Porta a Porta aveva un diritto di prelazione sul raccontare la rinascita perché i suoi ascoltatori erano stati tra i più generosi nei giorni immediatamente successivi al sisma. La sottoscrizione aperta da Vespa aveva raccolto oltre quattro milioni di euro, subito impegnati nella ricostruzione. Ma siccome ormai il buonsenso è cosa sconosciuta nella politica italiana, il responsabile dell’informazione Pd, Paolo Gentiloni, ha subito decretato: «Una vergogna, Berlusconi ha iniziato l’opera di normalizzazione della Rai». E noi aggiungiamo. Fosse. Nel senso che una Rai più normale e rispettosa anche della maggioranza degli elettori di questo Paese non sarebbe certo una cosa disdicevole. A quanto ci risulta anche chi la pensa come noi paga il canone e non può essere preso per il naso sempre e comunque. Spazi per sostenere le sue tesi, l’opposizione ci pare ne abbia a sufficienza, da Ballarò ad Annozero fino al Tg3. Ballarò non è stato censurato o chiuso. La verità è più semplice: a Floris è stato proposto di spostarsi eccezionalmente a giovedì o venerdì. Gli italiani non si sarebbero certo strappati i capelli per la disperazione ma l’offerta è stata ovviamente rifiutata, altrimenti la teoria del martirio non sarebbe stata più in piedi.

Ci dispiace per il presidente della Tv di Stato, Paolo Garimberti, ex numero due di la Repubblica, che pare non aver gradito il cambio di programmi: «La consegna delle prime case ai terremotati - ha dichiarato - era un evento programmato e programmabile. Si poteva fare tutto per tempo ed evitare di mettere la Rai al centro di nuove polemiche politiche». Appunto. Poteva pensarci prima invece che starsene in vacanza visto che è presidente di tutti i telespettatori e non solo di quelli della sua parte politica.

Prepariamoci a una settimana di proclami, mobilitazioni e appelli che culmineranno sabato nella manifestazione di piazza della sinistra contro le querele del premier a la Repubblica e L’Unità. Basta non farsi intimorire. Sembrano tanti ma non lo sono. Piuttosto occhio all’abruzzese Bruno Vespa perché sono sicuro che se nelle nuove abitazioni si scoprirà anche una sola crepa sarà il primo a mostrarcela in diretta e a piantare un gran baccano. L’Abruzzo è cosa e casa sua.

Su questa pratica, con lui, non c’è Berlusconi che tenga.

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