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Ballottaggi in archivio, ma in Molise un borgo è senza sindaco

A San Giovanni in Galdo (Campobasso, 800 elettori) si sarebbe dovuto tornare alle urne dopo il clamoroso pareggio tra i candidati al primo turno. Però il Tar ha bloccato tutto in extremis per riesaminare 5 schede. La sentenza arriverà oggi nel giorno del Santo patrono

Ballottaggi amministrativi ormai in archivio? Quasi. Il Viminale assicura: tutto si è svolto regolarmente. Eppure c'è un posto, in Italia, dove il discorso al momento non è ancora chiuso. E si resta col fiato sospeso, con quella poltrona ancora libera. Ricapitoliamo. Domenica e lunedì sì è votato per eleggere 22 presidenti di Provincia e 98 sindaci. Tra questi ultimi, anche quattro piccoli comuni «speciali» (Aisone-Cuneo, Arcene-Bergamo, Margno-Lecco, Cerchiara di Calabria-Cosenza) chiamati allo spareggio perché - casi più unici che rari - i candidati alla fascia tricolore avevano ottenuto al primo turno lo stesso numero di voti. E così, pur trattandosi di paesi sotto i 15mila abitanti, la legge prevede la possibilità di una consultazione supplementare, proprio come nei grandi centri.
Ecco, eccezione nell'eccezione, c'era una quinta località in cui si sarebbe dovuto ricorrere ancora alle urne per sbrogliare la matassa del pareggio tra candidati sindaci. Ma a San Giovanni in Galdo, borgo con 830 elettori in provincia di Campobasso, a poche ore dall'apertura dei seggi il tanto agognato ballottaggio è saltato. I due protagonisti si chiamano Eugenio Fiorilli e Mario Piunno, entrambi a capo di liste civiche e «suffragati» il 6 e 7 giugno scorsi da 241 voti a testa (49,79%). Il colpo di scena è arrivato venerdì sera, a seggi praticamente pronti e non le schede del ministero in attesa di essere consegnate l'indomani ai cittadini. Il Tar si è infatti pronunciato sul ricorso presentato da Fiorilli - sindaco uscente - in merito a 5 schede non assegnate durante lo scrutinio e che invece potrebbero essere attribuite allo stesso primo cittadino a caccia di riconferma. Il Tar ha ritenuto fondate le motivazioni dell'istanza e ha quindi ordinato la sospensiva. Per questo il prefetto di Campobasso, Carmela Pagano, ha dovuto bloccare in extremis il ritorno alle urne.
In paese, queste, sono ore di attesa febbrile. E non solo perché si sta festeggiando il Santo patrono. Proprio oggi i giudici del tribunale amministrativo regionale entreranno nel merito della questione, ma indiscrezioni danno per «favorito» l'esperto Fiorilli (82 anni): le schede della discordia potrebbero essere in effetti assegnate alla lista di Fiorilli. Che tornerebbe ancora una volta in Municipio. Attenzione, però: Piunno, lo sfidante, annuncia tramite i suoi legali un nuovo ricorso.
Non c'è pace, dunque, a San Giovanni, che rappresenta un praticamente unico nella storia delle elezioni in Molise. La gente racconta «maneggi inauditi», di una «campagna elettorale terribile, al veleno», di «una comunità spaccata in due come mai prima d'ora», addirittura invocano «un clima di riappacificazione civile». Chissà se stasera, dopo la sentenza del Tar, le speranze saranno esaudite.

O se, con la vittoria di uno dei due aspiranti alla prima carica comunale, si scateneranno altri lunghi giorni di «lotta» tra le valli del «feudo» di Tonino Di Pietro.

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