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Balotelli, colpo di tacco e Mancini s'infuria

Supermario ne ha combinata un'altra: nell'amichevole americana non serve il compagno, colpisce di tacco e sbaglia il gol. L'allenatore e i compagni si arrabbiano: e dopo mezzora di gioco il richiamo in panchina.

Balotelli non si smentisce mai. Eppoi vada pure a raccontare: «Io non sono cattivo, gli altri mi disegnano così ». Stavolta non è stato cattivo, ma certo irritante. Nell'agosto 2010 Mario inizia la sua avventura inglese con la maglia del Manchester City e si presenta ai suoi nuovi tifosi. Da quel momento ha tentato in tutti i modi di diventare un tiro a segno: di freccette e frecciate. L'ultimo episodio ha mandato in bestia il suo allenatore, Roberto Mancini. L'attaccante infatti ha fatto perdere le staffe al tecnico del City che, dopo appena 30 minuti dell'amichevole con il Los Angeles Galaxy, lo ha espulso dalla partita.
A far infuriare l'allenatore (ed anche i compagni in canpo) l'inutile piroetta per colpire la palla di tacco (spedendola fuori da ottima posizione), invece di tirare o servire un compagno. Nepopure il temnpo di tentare il numero che Mancini è scattato in piedi dalla panchina ed ha cominciato ad inveire contro il giocatore, nonostante fosse l'autore della rete del vantaggio, su rigore.
Poi ha immediatamente disposto la sostituzione: fuori Balotelli per lasciar spazio a James Milner. «Dobbiamo sempre dare prova di serietà e professionismo - ha commentato Mancini - ed in questa circostanza Mario non si è comportato bene. Se hai un'occasione per segnare, devi farlo. Ecco perchè l'ho sostituito. Mandarlo fuori dopo 30 minuti credo che sia una punizione sufficiente per lui. Per me la questione finisce qui. Spero abbia imparato la lezione».
Invece Balotelli si è seduto in panchina ed ha sbattuto borracia e rabbia per terra. Peccato: aveva procurato un rigore e segnato il gol del vantaggio del Manchester City sui Galaxy nella partita poi vinta. Certo è che l'attaccante, nonostante le lavate di capo ricevute nel tempo dai vari tecnici (Mourinho all'Inter, Prandelli in nazionale, lo stesso Mancini al City) ha fatto assai poco per daree un'immagine finalmente matura, collezionando sì reti ma anche espulsioni nel suo primo campionato all'estero. Un piccolo elenco: i "vaffa" distribuiti dal campo ai suoi (ex) tifosi nerazzurri, gli spari con una scacciacani nel centro di Milano, le freccette lanciate «per noia» contro i giovani del suo attuale club (bravata punita con 120 mila sterline di multa, una settimana di stipendio), valanga di multe collezionate al volante della sua Maserati bianca (anche tre al giorno, oltre mille euro di sanzioni al mese ed auto portata via dal carro-attrezzi già 27 volte), la maglietta con le armi, l'idea di andare in moto (subito rigettata dal club).
A volte vittima (come quando ritrovò la sua vettura danneggiata a colpi di spranga o viene inseguito dai "buu" razzisti). Spesso sopra le righe, come gli capita in allenamento (memorabile l'arrabbiatura di Mancini per un'entrataccia sulle caviglie di Tevez). Genio e sregolatezza.

Più sregolatezza che genio.

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