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Bambine ma con il seno E ora sotto accusa finisce l’omogeneizzato

La colpa sarebbe degli estrogeni. La procura di Torino indaga su 106 casi di pubertà precoce registrati al Regina Margherita

Bambine ma con il seno E ora sotto accusa  finisce l’omogeneizzato

Si torna con prepotenza a indagare sul tealrca, ossia la crescita precoce del seno in tenerissima età per le bambine. Era dal 2006 che non se ne parlava, da quando il procuratore Guariniello inviò gli atti della prima inchiesta alla procura di Latina per competenza territoriale.

Oggi, la procura di Torino, come fece nel lontano 2002, ha scoperto che tra il 2010 e il 2011 sono stati diagnosticati all’ospedale Regina Margherita 106 casi di tealrca. La malattia è stata riscontrata nelle piccole pazienti nel periodo compreso tra l’allattamento e lo svezzamento, dovuto alla somministrazione di alimenti contenenti ormoni.

I casi sono emersi nel corso di una nuova inchiesta aperta dal procuratore torinese. Il magistrato, infatti, ha imposto nuovi accertamenti dopo che sulla sua scrivania è approdato l’esposto di un medico dell’ospedale infantile che ha diagnosticato il tealrca a una bambina nata nel dicembre 2010. A quel punto sono partiti i controlli che hanno permesso in un percorso a ritroso di portare alla luce tutti gli altri 105 casi. Un dato sottostimato secondo la magistratura, perché non sempre la malattia viene diagnosticata. Inoltre, i 106 casi sono stati riscontrati solo all’ospedale infantile e per completare il quadro sarebbero necessarie anche le diagnosi dei pediatri e degli altri nosocomi sparsi in provincia di Torino. Non solo, al momento non sono stati eseguiti accertamenti su casi di ginecomastia, ossia l’analoga patologia che colpisce i maschietti.

Il procuratore ha aperto un fascicolo d’inchiesta, a carico di ignoti, ipotizzando il reato di lesioni colpose. Sotto esame, presso il centro antidoping di Orbassano, sono finiti i prodotti di due note marche di omogeneizzati con le quali era stata svezzata la bambina. Anche la vecchia inchiesta, quella che Guariniello aprì nel 2003 e venne poi trasferita a Latina nel 2006, mise sotto accusa gli omogenizzati. I dati di allora dicono che tra il gennaio del 2001 e il 31 dicembre del 2006 furono segnalati 331 episodi di tealrca precoce. In particolare, 285 casi (l’86 per cento) a Torino e provincia, 41 casi (il 13 per cento) nelle altre province del Piemonte e 5 casi (l’1 per cento) nelle altre regioni d’Italia.

Il picco si notò proprio nel 2003 con 110 casi solo in quell’anno, ovvero il 161 per cento in più rispetto alla media degli altri anni studiati. La patologia sarebbe da ricondurre al ricorso a prodotti liofilazzati, ma anche alla carne - sia bianca sia rossa - in vendita in alcune macellerie torinesi. Il dato emerse dopo uno studio scrupoloso condotto dai consulenti del procuratore aggiunto Guariniello su 109 bambine in tenerissima età colpite da tealrca che permise di scoprire che 48 avevano manifestato i primi sintomi dopo aver cominciato a mangiare la carne in vendita nelle tradizionali macellerie. Con una percentuale del 44 per cento sul totale. Il dato, imprevisto, risultava ancora più sorprendente se rapportato al numero di bambine che si erano ammalate in età più giovane, al momento, cioè, dei passaggi dai cibi liofilizzati agli omogeneizzati e successivamente dagli omogeneizzati alla carne in vendita nelle comuni macellerie: erano stati 6 i casi riscontrati nel corso del primo passaggio, 19 quelli registrati durante la fase successiva. Insomma, liofilizzati e omogeneizzati non vennero assolti, ma sotto inchiesta finirono anche gli allevamenti che nutrivano gli animali con anabolizzanti: in particolare, nel mirino degli inquirenti finirono le carni di cavallo provenienti dal Brasile.

Adesso la procura ha fatto proprio anche uno studio frutto di controlli che ogni anno il ministero della Salute a le regioni, compreso il Piemonte, svolgono sugli animali al momento della macellazione.

Gli esami sui cosiddetti organi bersaglio hanno mostrato come sempre più spesso negli animali si trovino tracce di anabolizzanti e ormoni per la crescita in percentuali superiori a quelle previste dalla legge.

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