Cultura e Spettacoli

Il Barbiere di Siviglia alla «prima delle prime»

L'Opera di Rossini al ridotto dei palchi della Scala. Andrà in scena il 9 luglio

«Prima delle prime» domani alla Scala con Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini. Alle 18, in un turbine d'allegria torna dunque il Figaro nuovo, che sarà in scena al Piermarini dal 9 al 24 luglio diretto da Jean-Christophe Spinosi. Attesa per il Barbiere, 34 anni dopo quello di Paisiello, 30 dalle Nozze di Figaro di Mozart, 41 dalla commedia di Beaumarchais. Il libretto di Paisiello servì da tramite, anche per la fretta della commissione, ma lo spirito del factotum intraprendente di Beaumarchais, del popolano furbo e vincente di Mozart, lievitano nel Barbiere rossiniano. Giovane e sfrontato, Rossini travolge i codici dell'opera buffa a passo ritmico effervescente. La varietà di situazioni e interferenze paradossali fluisce in una corrente inarrestabile e quasi ci si dimentica che tutto avviene dall'alba alla notte: la pupilla che il vecchio tutore vorrebbe sposare e tiene segregata in casa per timore di pretendenti - soprattutto di un Conte annunciato - la sera stessa celebra le nozze lì nella casa, proprio col Conte d'Almaviva, davanti al vecchio deluso. A tanto portano la prontezza della ragazza, le astuzie di Figaro e i travestimenti che il Conte mette in atto per arrivare a lei. Ritmo e colore spumeggiante, dunque; presentazione dei personaggi che sono tipi e caratteri: Figaro solare, entusiasta del proprio lavoro, geniale e un po' venale - Rosina fiera e scatenata - Don Basilio disinvolto faccendiere che consiglia calunnie e afferra borse. E commedia di travestimenti, ognuno con incipit avvolgente (la serenata, il soldato ubriaco, il maestro di musica) e capace di innescare una baraonda di complicazioni. La musica corre al limite dell'assurdo, come nel Finale I eccitato nella baruffa tra il finto ubriaco e Don Bartolo. Poi, con l'arrivo dei Soldati, c'è una pausa. Si fa quindi stravolto, frenato sullo stupore del vecchio che l'impertinente Figaro segna a dito (Guarda Don Bartolo!/ Sembra una statua!); e di nuovo lanciato vorticosamente. La musica sorride anche sull'umano cinismo, si libera col temporale dei turbamenti accumulati, si affaccia a un palpito di tenerezza romantica nell'attimo in cui gli innamorati si dichiarano. Ma subito purezza di linguaggio astratto e virtuosismo lanciano a sfida spericolata l'aria del tenore.

Finché il protagonista Figaro introduce con simpatia irresistibile la licenza finale gioiosa.

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