Cronaca locale

Barbieri e Mantica passioni a confronto

In tutto sono esposte a Broni circa 40 opere realizzate in settant’anni

Matteo Chiarelli

Due pittori di fama nazionale, due percorsi culturali diversi, forse opposti, la medesima passione per l'arte del dipingere e per la vita sincera trascorsa nelle terre dell'Oltrepò Pavese. Di Contardo Barbieri e Alfredo Mantica, il Centro Artistico e Culturale «Contardo Barbieri» di Broni (Pavia) presenta, sino a domenica (presso Villa Nuova Italia e nella sede del Centro), una mostra retrospettiva che ripercorre le tappe dell'evoluzione figurativa dei due artisti.
Appartenuti rispettivamente ai movimenti di «Novecento» e di «Corrente», i divergenti gruppi che animarono il panorama artistico italiano nella prima metà del secolo scorso, Barbieri e Mantica passarono lunghi tratti della loro vita nelle pianure pavesi.
Oggi per la prima volta il lavoro di entrambi è messo a confronto reciproco agli occhi del pubblico, cui vengono presentate 40 opere realizzate in settant'anni di attività pittorica, tra il 1923 e il 1993. Un parallelo che è giocato sulla personale sensibilità artistica che ognuno dei due sapeva tradurre sulla tela ma anche sull'opposizione ferrata che la storia ci ha consegnato dei due celebri schieramenti pittorici cui appartenevano: «Novecento», con la sua estetica tesa ad un deciso ritorno al realismo della forma antica, e «Corrente», che in reazione perseguiva una vivace apertura agli influssi internazionali dell'arte contemporanea.
Contardo Barbieri (1900-1966) nacque proprio nella città di Broni che oggi gli rende omaggio organizzando questa manifestazione e che alla sua memoria dedicò anche lo storico Centro artistico culturale avviato ormai a festeggiare i quarant'anni di attività. La luminosa carriera di Barbieri, oltreché pittore, per anni protagonista delle vicende artistiche milanesi, lo vide insegnante all'Accademia di Brera, quindi direttore della prestigiosa Accademia «Carrara» di Bergamo, infine, dopo la guerra, docente all'Istituto Superiore d'Arte del Castello Sforzesco.
Per Alfredo Mantica (1903-1996) invece, il trasferimento sulle colline bronesi fu una scelta ponderata, compiuta in tarda età, alla fine degli anni '80, alla ricerca di una serenità che gli permettesse di ritrovare nuovi stimoli artistici, dopo un'intensa vita culturale passata tra Parigi e Milano, dove fu, negli anni '30, tra i primi esponenti di «Corrente», e in seguito insegnante alla Scuola d'Arte del Castello e all'Istituto «Correnti».


«Contardo Barbieri e Alfredo Mantica - afferma Siro Brondoni, attuale Presidente del Centro Artistico Culturale «Barbieri» - ebbero itinerari culturali differenti e anche contrastanti, ma entrambi furono animati da una medesima passione per l'ambiente pavese e caratterizzati da una dialettica che si ricongiunge alle più valide tradizioni pittoriche del nostro paese».

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