Youth Manifesto, le proposte per cibo e sostenibilità di Fondazione Barilla

Presentato a Expo il documento nato da lavoro di 80 giovani ricercatori di tutto il mondo, un nuovo contributo di idee che si aggiunge al Protocollo che ha ispirato la Carta di Milano che il 26 settembre il governo illustrerà al segretario generale Ban-ki Moon in un incontro a cui parteciperà anche Papa Francesco

Youth Manifesto, le proposte per cibo e sostenibilità di Fondazione Barilla

Ottanta giovani ricercatori di tutto il mondo e un appello rivolto con "destinatari" globali - a partire dai leader dei governi - sul futuro del cibo, delle persone e del Pianeta. E' lo Youth Manifesto presentato a Expo Milano 2015 dalla Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition. Con una notazione particolare: i giovani ricercatori lo hanno illustrato ai rappresentanti dei padiglioni dei loro Paesi di provenienza, per rafforzare il messaggio nei cinque continenti e tra le imprese che partecipano all'esposizione.

Così, dopo il Protocollo di Milano, il documento che ha l'obiettivo di rendere il sistema alimentare mondiale più sostenibile, la Fondazione Barilla offre nuove idee idee e proposte dei giovani per affrontare le sfide del futuro arricchendo con un contributo importante alla Carta di Milano, il manifesto-simbolo, lascito immateriale di Expo al mondo. Tanto che lo Youth Manifesto dei ricercatori che hanno discusso e approfondito i temi è stato consegnato al governo italiano nella persona del ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, che il 26 settembre a new York presenterà al segretario generale Ban-ki Moon la Carta in un incontro a cui parteciperà anche Papa Francesco.

"Alle Nazioni Unite arriviamo con con una serie di obiettivi, che abbiamo identificato insieme, cittadini, aziende, società civile e istituzioni, anche a partire dal Protocollo di Milano proposto dalla Fondazione Barilla - ha sottolineato il ministro Martina -. Il lavoro che abbiamo realizzato lascerà il segno nella scrittura dei nuovi obiettivi del Millennio e della fame zero, che inizierà tra qualche giorno. Bcfn ha il merito con il Protocollo di Milano di aver messo al centro per primo l'attenzione su temi quali lo spreco di cibo, l'obesità, la malnutrizione". Il lavoro che è stato realizzato insieme in questi anni e nei sei mesi di Expo "lascerà il segno, l'Italia porta in dote questo lavoro perchè il 31 ottobre Expo finisce ma non terminano la responsabilità e l'impegno del futuro per affrontare i paradossi dell'alimentazione".

"Ci sono una serie di sfide da affrontare e collaborare con le istituzioni e con le nuove generazioni è fondamentale", ha spiegato Paolo Barilla, vicepresidente del gruppo Barilla, intervenendo alla presentazione del manifesto. "E' urgente affrontare i paradossi della produzione di cibo, della nutrizione e dell'alimentazione "portatori di interesse, aziende, istituzioni e società civile devono avere la stessa mentalità - ha aggiunto Barilla -. Solo così si possono fare passi avanti. Sono i giovani che hanno contribuito a costruire il Protocollo di Milano, il documento della Fondazione Barilla che ha ispirato la Carta di Milano con lo scopo di rendere il sistema alimentare mondiale più giusto e sostenibile. Lo Youth Manifesto non è solo una chiamata forte ai leader del mondo ma anche un’assunzione di responsabilità da parte dei giovani stessi, che saranno la classe dirigente del futuro".

Alla presentazione del documento alcuni dei giovani ricercatori hanno intevistato sul palco il vice presidente del gruppo che ha raccontato anche la nascita e il lavoro della Fondazione Bcfn: "Dobbiamo integrare i contributi del manifesto alla nostra attività, ispirare la burocrazia, le istituzioni, la politica ai più alti livelli" per produrre cambiamento. E' un manifesto sobrio ed educato e questo mi piace perché non credo di possa produrre cambiamenti con la violenza". Una ricercatrice ha chiesto a Paolo Barilla se può considerare di inserire nel cda del gruppo uno dei giovani che hanno contribuito a stilare il manifesto. "Questa proposta è da considerare - ha risposto Barilla - si cambiano le cose se si cambia il modo in cui si è organizzati, per diventare più agili e veloci".

Il Manifesto fa sette proposte concrete per risolvere i paradossi del sistema alimentare che sono rivolte a policymaker, agricoltori, attivisti, educatori, industria alimentare, giornalisti e ricercatori a cui sarà affidata infatti la gestione delle grandi sfide del pianeta: fame, obesità, spreco di cibo e sfruttamento della Terra. Vediamole.

Per i policymaker: valutare l’impatto ambientale, sociale, culturale e sulla salute delle proposte e delle scelte politiche, senza limitarsi alla semplice analisi economica dei costi e benefici.
Per gli agricoltori: favorire il ritorno dei giovani all’agricoltura, l’attività che ci nutre. Lavorare con i governi per dare a ogni persona un miglior accesso alla terra in contesti rurali e urbani, per ottenere maggiori finanziamenti e ideare migliori strategie per far crescere una nuova generazione di agricoltori.
Per gli educatori: impegnarsi a insegnare a tutti i bambini e i ragazzi la relazione che lega il cibo, le persone, la salute e il pianeta, rendendo obbligatoria nei programmi scolastici di tutto il mondo l’educazione alimentare e all’agricoltura Per i manager dell’industria alimentare: guidare le aziende creando filiere sostenibili, sostenendo gli agricoltori e sviluppando prodotti sani che ispirino i consumatori ad adottare stili di vita sostenibili.
Per i giornalisti: valorizzare l’informazione sui temi della fame, del cibo, dell’obesità, dell’alimentazione e dell’agricoltura basata sui fatti, anche creando un Foodlitzer, premio internazionale per il giornalismo indipendente sulla sostenibilità agroalimentare.
Per gli attivisti: chiedere alle aziende agricole e alimentari di aprire i loro consigli di amministrazione ai nostri rappresentanti, favorendo la cooperazione tra il mondo del business e gli attivisti, ad esempio nell’ambito di agricoltura sostenibile, della riduzione degli sprechi alimentari e della formulazione di prodotti più sani.

Per i ricercatori: fornire dati aperti e imparziali, per connettere tra loro discipline diverse e far sì che concetti complessi su cibo, agricoltura e nutrizione diventino comprensibili, accessibili e utilizzabili.

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