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Battaglia navale mai così tecno Si sfidano due aerei con le vele

Valencia (Spagna)Breve ma intensa. Potrebbe essere così la edizione numero 33 della regata più antica. Di certo quella che raccoglie tutta l'eredità dell'esagerazione che ha sempre contraddistinto la Coppa. I J class dei tempi di Sopwith e Vanderbilt non erano lontani da questo tecnologico gigantismo. Gli ingegneri dell'industria che aveva realizzato il famoso Sopwith Camel misero le mani sul piano velico e la struttura degli Endeavour. Anche adesso l'aeronautica la fa da padrona: dietro il progetto di ogni barca ci sono migliaia di ore di lavoro con programmi Cfd, che significa computazione fluidodinamica. Si inventano carene, alberi, vele e si sottopongono a test virtuali.
Gli americani di Bmw Oracle per pareggiare i conti in velocità del loro trimarano di ispirazione oceanica con il catamarano di Alinghi con vento debole si sono inventati una vela rigida a profilo alare. Non è una novità assoluta su barche più piccole e maneggevoli, però alta quasi sessantotto metri non si era mai vista: è una volta e mezza quella di un Airbus 380. È costruita con una struttura di carbonio e uno speciale laminato che una volta verniciato e scaldato si tende per offrire una superficie perfettamente liscia. L'ala è composta di un albero portante e di nove pannelli che sono regolabili in maniera indipendente per adeguare il profilo all'intensità del vento. I tecnici, tra cui l'italiano Mario Caponnetto, lo chiamano twist ed è fondamentale. Nelle notti di vento viene smontata dalla barca e ricoverata dentro un hangar, per montarla servono due ore di pazienza e attenzione perché appena prende vento si sposta e nella sua fragilità potrebbe rompersi. Il regolatore ha a disposizione una serie di simulazioni al computer che prevedono la forma migliore per ogni andatura e intensità di vento e può agire su tre comandi fondamentali: il citato twist, l'incidenza totale tra le due parti principali e l'angolo con la barca. In verità le variazioni sono minime secondo l'andatura. Questo vale anche per il catamarano, perché vista la velocità a cui navigano queste barche il vento «gira» sempre verso prua perché il vento vero e quello apparente (generato dalla velocità) si sommano. I progettisti di Alinghi, i due protagonisti sono Grant Simmer e Rolf Vroljik, sono partiti da una barca costruita per Bertarelli nel 99 lunga dodici metri, un catamarano con cui ha vinto il Bol d'or, una famosa regata che si corre sul lago di Ginevra. Usando il pantografo per ingigantire però si decuplicano i problemi di struttura. I carichi in gioco crescono in maniera esponenziale e ci sono alcuni punti della struttura che sopportano un carico di oltre cento tonnellate. Provate a immaginare un centinaio di utilitarie appoggiate a una sfera di metallo per capire di cosa si parla. Nel parapiglia per la scelta del campo di regata il defender Alinghi voleva uno specchio d'acqua calmo e con bonaccia proprio per mettere a suo agio questa «esile» creatura. Valencia non è esattamente quello che si aspettava, ma è possibile che questi giorni siano adatti allo spettacolo.
Alinghi ha un piano velico più tradizionale, con una randa costruita di 3dl, una tecnologia inventata da due velisti svizzeri che hanno bussato alla porta di North Sails per vederla realizzata. Significa che il pannello (in realtà per una vela così grande più di uno) è costruito con una forma tridimensionale e non piana poi lavorata con la forma delle cuciture. È un sistema ormai molto diffuso usato dalla maggioranza delle barche da regata per il risparmio di peso.
Ora, come un bambino davanti a una Ferrari si può chiedere «ma quanto fa»? Qui viene il bello: un poliscafo come questi può correre a tre volte la velocità del vento, in pratica amplifica il vento con un effetto sconosciuto alle altre barche a vela. Insomma se il vento soffia a otto nodi (circa sedici chilometri all'ora) la barca vola a quasi trenta. Anche di bolina, quell'andatura che di solito sembra allontanare la meta invece di avvicinarla. Il record dichiarato è di quarantadue nodi per Bmw Oracle con vento di quindici. È tanto in relazione al vento, ci sono barche che arrivano a queste velocità ma con venti di tempesta e marinai senza paura. Secondo molti tecnici Alinghi ha un piccolo vantaggio fino a otto nodi, oltre Bmw Oracle sembra essere più veloce con vento più forte. La paura degli americani è che il Comitato di regata fermi le regate con un pretesto qualsiasi se Bmw Oracle è in testa. Ma non è detto che basti la velocità per vincere.

Servirà anche e soprattutto non rompere niente e riportare la barca a casa intera.

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