Roma

È battaglia sui «lucchetti dell’amore»

Proposta dell’Ulivo in XX municipio per rimuovere i romantici «ex-voto» Veltroni: «Se il ponte è stabile, restino pure»

Il Ponte dei sospiri a Venezia, la casa di Giulietta a Verona, Marechiaro a Napoli. La mappa dei luoghi romantici, merito anche degli scorci mozzafiato di cui è piena l’Italia, potrebbe continuare all’infinito. Tappa obbligata, la capitale, set naturale per innamorati in carne e ossa, o di celluloide.
Tra le mete preferite, Ponte Milvio, ideale per godere dei favori di Venere. A testimoniarlo è il rito di suggellare la propria unione con tanto di catena e lucchetto. Una mole di ferraglia, cresciuta sui lampioni ai lati del ponte. A lanciare la moda, tre anni fa, il romanzo cult degli adolescenti, Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia.
Così, una catena dopo l’altra, è esploso il fenomeno, tanto che il XX municipio ha deciso di bandire un premio per il miglior sms d’amore, il giorno di San Valentino. Ma, contro i seguaci di Cupido e i loro «ex-voto», stanno per scattare i divieti. Sul tavolo, una proposta del gruppo consiliare «l’Ulivo per Veltroni», con cui si chiede - fa sapere Marco Daniele Clarke, assessore ai Lavori Pubblici del XX municipio - «di procedere urgentemente alla rimozione dei lucchetti presenti sui lampioni di Ponte Milvio». A motivare l’intervento, il decoro e la pubblica incolumità. «Non vi è dubbio che il ponte va preservato - obietta Clarke - ma non è con certe misure rozze e semplicistiche che si può risolvere il problema. Il XX municipio si batterà affinché non vengano offesi e calpestati i sentimenti degli innamorati che hanno collocato i lucchetti su Ponte Milvio».
Pronto a difendere l’usanza, anche Ludovico Tadolini (An), che afferma: «È sconcertante come sia manifesto il doppiopesismo della sinistra, che da una parte omette il degrado lungo gli argini del Tevere e, dall’altra, intende ripristinare il decoro rimuovendo un simbolo d’amore». Una lettura, quella politica, condivisa da Dario Antoniozzi (Fi). «Mortificando la bellezza di questi sentimenti - sostiene l’azzurro - l’Ulivo non fa altro che confermare quanto portato avanti anche in sede di Governo: la volontà di distruggere e cancellare i valori di coloro che credono nell’istituzionalizzazione dei sentimenti, sia che questa avvenga tramite un semplice simbolo come il lucchetto, che tramite il matrimonio».
Come sempre, un Paese spaccato, anche sull’amore: ragione del cuore versus realpolitik. «Non vorremmo che il centrosinistra - è il sospetto di Federico Guidi, consigliere comunale di An - punti a far emergere la solita ideologia comunista, che cataloga i buoni sentimenti come espressione del decadimento borghese, lo stesso che negli anni ’70 tendeva a disconoscere ed emarginare i cantanti di musica leggera».
Ma il sindaco Veltroni assicura che «se non ci sono problemi per la stabilità dei lampioni e del ponte, non vedo nulla di male a che i lucchetti restino sul ponte.

È una manifestazione bella e spontanea».

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