Cronache

La battaglia di Vinai: «Pronto ad abbassare l’Imu alle imprese»

(...) il Pdl ha votato l’Imu in Parlamento, e l’ha votata Claudio Scajola, grande sostenitore di Vinai. L’Imu porta anche la sua firma». E prosegue che «se davvero volesse dare una mano alle famiglie, fuori dalle ipocrisie, Vinai potrebbe smetterla di fare promesse vuote e dire una cosa semplice: le fondazioni bancarie, a partire dalla sua Carige, devono pagare l’Imu. Io come sindaco la farei pagare in primis a loro. Se così fosse, per effetto delle maggiori entrate i cittadini pagherebbero meno».
Vinai però non ci sta. Nel senso che lui in Parlamento non c’è e non c’era a votare l’Imu. Diversamente da altri. «Sarà stato semmai Musso che è senatore e il terzo polo a cui appartiene a far approvare l’Imu», attacca Vinai. Musso rilancia aggiungendo che «se le Fondazioni bancarie decidessero di destinare al territorio i risparmi dei cittadini che raccolgono, invece che drenarlo verso le associazioni amiche del vice presidente di turno, farebbero davvero il bene della comunità genovese».
Più avvelenata questa campagna elettorale non potrebbe essere. Ma i nervi saldi aiutano e Vinai sembra averceli. «Sull’Imu sono firmatario per l’Anci del documento che chiede al parlamento di non votare quella tassa. Lui cosa ha fatto? E sulle fondazioni bancarie ... gli ricordo che grazie alla fondazione Carige il volontariato genovese riesce a fare molto, dalla comunità di Sant’Egidio, alla Caritas, alla Gigi Ghirotti». Gongola Vinai, perché la sintonia con il sindaco di Milano, sia pur uomo di Vendola, è un punto a sfavore di Doria. «È chiaro che Pisapia è un sindaco vero - dice Vinai - mentre a Doria di fare il sindaco, cioè di amministrare bene la città non importa nulla. Sia lui sia Musso sono uguali nell’essere espressione della borghesia conservatrice, lobbystica e speculativa, di una sinistra massimalista che vuole mantenere le cose come stanno e confermare lo sfascio in cui la nostra città si trova».
La ricetta del candidato del centrodestra ha un ingrediente fondamentale: non torchiare i cittadini. «Stiamo portando avanti una battaglia trasversale come Anci, associazione nazionale dei comuni italiani, perché vogliamo che sia modificata la normativa sull’Imu - annuncia - e c’è tempo per fare i cambiamenti fino al 18 giugno. Soltanto Musso e Doria, che non si interessano davvero di amministrazione, non se ne sono accorti. Dopodiché, se non ci riusciremo, io prometto che se sarò sindaco manterrò l’Imu al minimo sulla prima casa e con detrazioni fortissime che la porteranno anche fino al 2 per mille».
Ma non è tutto. «Anche le imprese che assumono personale se sarò eletto potranno pagare un’Imu ridotta, per rilanciare l’economia. E sgravi ci saranno anche per le famiglie che hanno in casa anziani e disabili». Per non essere demagogici, gli annunci del candidato del centrodestra devono avere le basi economiche. I mancati introiti dell’Imu come possono venire compensati. «Con i risparmi sui bilanci del Comune.

Ma non voglio dire dove: io i bilanci li so leggere e so scoprirne le lacune, sono i miei avversari che non lo sanno fare».

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