Scienze e Tecnologia

Battere la crisi con il commercio in rete

Il fatturato stimato per l'e-commerce nel 2008 in Europa è pari a 252 miliardi di euro, nello stesso periodo in Italia sono stati fatturati 6,4 miliardi di euro pari al 2,5% del mercato europeo. I settori principali sono il turismo, che rappresenta circa metà del mercato (49,8%), il tempo libero (15,9%) e l'elettronica di consumo (13,1%). Questi i dati emersi da una ricerca effettuata da Expedia e Casaleggio Associati. Secondo la ricerca la crisi non sembra toccare l'e-commerce, che continua a crescere ad un tasso del 31% annuo. Gli operatori più solidi nel mercato hanno registrato infatti crescite consistenti per il 2008 e prevedono di continuare anche nel 2009. Per questo motivo molti produttori, come Prada, Louis Vuitton, Diesel, Nokia, Feltrinelli e De Cecco, hanno deciso di vendere direttamente on line negli ultimi anni.
La fiducia degli italiani verso l'e-commerce è aumentata e l'acquisto on line non spaventa più. A testimoniarlo si può citare l'esplosione dei siti di scommesse on line (come Better, Match-point e Giocodigitale), che mostra come in presenza di forti vantaggi, i consumatori non hanno problemi di spendere in rete.
Nei mercati più maturi come Gran Bretagna e Germania, l'e-commerce è ormai parte fondamentale della vendita al dettaglio. A livello mondiale, l'Europa ha superato gli Stati Uniti in termini di fatturato nel 2007 ma oggi l'area a cui guardare con attenzione e che registra la maggiore crescita, è l'Asia. In Italia, l'e-commerce rappresenta lo 0,68% della vendite al cliente finale, in crescita rispetto al 2007 quando valeva lo 0,49%, un fenomeno in parte anche dovuto ad una riduzione del commercio al dettaglio (-0,6%) che non ha però intaccato la crescita del fenomeno.
Tra le tendenze che il mercato sta evidenziando per affrontare la crisi, si segnalano: l'aumento della sensibilità dei clienti nei confronti della componente prezzo, la vendita on line ad opera dei produttori, la ricerca attiva di alternative operata dai clienti, l'abbassamento dei costi dei servizi di e-commerce, l'investimento strutturale dei leader di mercato per consolidare il proprio posizionamento e l'aumento della gamma tramite accordi di partnership.


La partecipazione ai social media (come Facebook, YouTube e Flickr) è sempre più parte della strategia aziendale: oltre una società su quattro (28%) ha una strategia strutturata, mentre una società su sei ha deciso di lasciare libertà ai propri dipendenti di parteciparvi seguendo delle regole di condotta.

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