Cultura e Spettacoli

Battiato: "Il pop? M’annoia, La musica non dev’essere facile"

Il cantautore di Catania è sempre più snob e controcorrente. E intanto porta in tournée l’opera filosofica "Telesio". L'accusa: "La musica leggera è tutta uguale, già sentita..."

Battiato: "Il pop? M’annoia, La musica non dev’essere facile"

Rock e pop oggi fanno rima con glamour, la musica si alimenta di talent show e di tormentoni ad uso e consumo delle radio, così Franco Battiato prende - come al solito - le distanze viaggiando su percorsi obliqui e spiazzanti.
La sua innata trasversalità si esprime attraverso la nuova opera Telesio (cd, dvd e presto in tournée nei maggiori teatri) dedicata alla vita del filosofo del Cinquecento Bernardino Telesio, che vede impegnati tra gli altri Giulio Brogi, Juri Camisasca, la Royal Philarmonic Orchestra e il London Baroque Choir diretti da Carlo Boccadoro, e la coreografa Sen Hea Ha.


Un’opera assai complessa e difficile da fruire.
«Non è obbligatorio scrivere cose semplici, la mia mente continua ad esplorare in ogni direzione senza preconcetti. L’unica mia paura è quella di ripetere cose già dette».


E dove trova l’ispirazione?
«È la natura che si manifesta, io sono un semplice filtro».


Come mai un’opera dedicata a Telesio?
«Innanzitutto è un omaggio all’epoca rinascimentale e al suo equilibrio. È un’opera artistica quindi non vuol riproporre Telesio, ma far conoscere le caratteristiche principali del suo pensiero. Il filosofo Manlio Sgalambro ha scritto un libretto particolarmente efficace per rappresentarla attraverso il filtro della contemporaneità, così come l’intero cast è stato scelto appositamente».


Cioè?
«Ad esempio rappresentare un filosofo metafisico e trovare una coreografa buddhista come Sen Hea Ha è un’alchimia perfetta. Così come la presenza di un cantautore come Camisasca che ha vissuto undici anni in clausura».


Si parla nell’opera del difficile rapporti tra scienza e religione, lei come lo vive?
«Credo che mai come oggi siano così vicine. La fisica quantistica non è più agli antipodi dei misteri religiosi, ma c’è un sentire comune da quando David Bohm ha ribaltato l’equazione di Einstein secondo cui due particelle separate non possono stare insieme. Noi siamo tutti legati a tutto, siamo un tutt’uno: terra, aria, sassi eccetera, oramai la quantistica viaggia verso questa direzione. In passato difficilmente scienza e religione hanno dialogato così strettamente, a parte Galileo e la sua abiura davanti all’Inquisizione. Oggi c’è meno spiritualità ma la scienza la guarda con altri occhi».


Il cd contiene le registrazioni in studio e il dvd la visione integrale dell’opera, già andata in scena a Cosenza, con la sua regia.
«Naturalmente il dvd è più esplicativo, a partire dal gioco di specchi e ologrammi con cui si apre l’opera».


Ma Battiato ha abbandonato la canzone e il pop?
«Per ora li ho messi da parte».


E cosa pensa del pop odierno?
«Ascolto solo musica classica, la leggera è tutta uguale, mi sembra di averla già sentita; quando la sento mi viene da dire: “Ogni tanto cambiate almeno qualche linea melodica...”».


Insomma, Lei è sempre controcorrente.
«La ricerca è divertente, è vita. Sperimentare mi ha permesso di arrivare per primo a certe combinazioni sonore, di rinnovare, di rischiare anche».


E oggi è un esempio per molti, persino per i Subsonica che rileggono «Up Patriots to Arms».


«Significa semplicemente che il mio lavoro di ricerca ha dato i suoi frutti, perché i Subsonica sono molto bravi e moderni».

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