Cronaca locale

"Battisti assassino" In piazza (a turno) per avere giustizia

I socialisti alle 11, i leghisti alle 12 e nel pomeriggio Pdl e Destra: una protesta a tappe sotto il consolato

"Battisti assassino" 
In piazza (a turno) 
per avere giustizia

Anche Giorgio Bazzega, figlio di Sergio, agente ucciso dalla Brigate Rosse, ha voluto partecipare ieri alle manifestazioni davanti al consolato brasiliano, per protestare contro la mancata estradizione di Cesare Battisti. Manifestazioni curiosamente avvenute a tappe: alle 11 il Psi, alle 12 la Lega alle 18 il Pdl e la Destra. Nel mezzo scritte deliranti di solidarietà con l’ex terrorista rosso e di soddisfazione per la morte dell’alpino ucciso in Afghanistan.
Composti, i manifestanti si sono piazzati di fronte alla sede diplomatica di corso Europa 12. I primi a scendere in strada i socialisti, non molti, guidati dal segretario regionale lombardo, Santo Consonni: «Oggi manifestiamo in tutte le città dove il Brasile ha delle sedi diplomatiche. Chiediamo l’estradizione di Battisti perché è un assassino». Sui muri poi le foto delle quattro vittime dei Proletari armati per il comunismo, gruppo terroristico di cui faceva parte il latitante, con sotto le immagini dello stesso Battisti e la scritta «wanted», appunto «ricercato».
Più consistente il gruppo dei leghisti, arrivati con un certo anticipo. Hanno srotolato striscioni con scritte in italiano e portoghese: «Battisti assassino, Lula suo complice», «Lula li ha uccisi due volte». Confusi tra gli oltre cento manifestanti l’assessore provinciale Daniele Belotti, il presidente del consiglio regionale, Davide Boni, i parlamentari Paolo Grimoldi e Laura Molteni, e il segretario milanese Igor Iezzi. «Bisogna avere il coraggio di dire no agli accordi commerciali perché a volte è giusto mettere da parte gli interessi economici e fare una battaglia di principi» ha affermato Boni che ha poi aggiunto: «Riceverò i familiari delle vittime perché questa storia non può finire così: è un affronto alle vittime e a tutti gli italiani».
L’ipotesi di un eventuale boicottaggio era del resto stata lanciata da Ignazio La Russa che alle 18 ha ripreso il testimone di leghisti e socialisti, davanti al consolato dove ha a lungo abbracciato Giorgio figlio di Sergio Bazzega, maresciallo ucciso il 15 dicembre del ’76 a Sesto insieme al collega Vittorio Padovani. Il ministro ha accennato a possibili conseguenza nei rapporti tra i due Paesi: «Il Governo ha già votato il trattato italo-brasiliano, che riguarda anche la Difesa, e non possiamo modificarlo, ma deve passare dal Parlamento. C’è un clima che consente a questo trattato di essere sicuramente approvato dal Parlamento? Non lo so, credo che non ci sia più un clima estremamente favorevole. Per quanto mi riguarda - ha ribadito La Russa - risponderò positivamente a tutte le iniziative che chiederanno i parenti delle vittime. Se mi chiedessero di boicottare, io boicotterò, se mi chiedessero di non andare in Brasile, ma questo anche se non me lo chiedono, non ci andrò fino a quando questa decisione non sarà profondamente modificata».
Il ministro alla Difesa apriva la delegazione del Popolo della Liberta insieme a Riccardo De Corato, vicesindaco, Stefano Maullu, assessore regionale, Carlo Fidanza, europarlamentare, Marco Osnato vicecoordinatore cittadino Pdl, Massimo Turci capogruppo Pdl in Provincia, Antonluca Romano presidente cittadino Giovane Italia e Massimo Girtanner presidente consiglio di zona 6. Maullu in particolare ha ricordato l’odiosa scritta sul muro di una scuola in via Brunacci 2. «Battisti libero 31/12/2010» seguita da una stella a cinque punte e «Buon Nataleban - 1. Afghanistan libero», accompagnato da falce e martello e riferita all’alpino ucciso. «La scritta sarà cancellata, resta l’infamia di chi l’ha scritta.

C’è chi resta convinto di vivere nel Cile di Pinochet».

Commenti