Cronaca locale

Bausch, scene di una rivoluzione

«Il mio ballo? Non nasce da un metodo, ma è ispirato dalla vitalità, dai sentimenti, dalla creatività delle persone che incontro. E' questo che danzo: la gente». Parole di Pina Bausch, la grande coreografa tedesca rivoluzionaria del balletto, protagonista di «Milano per Pina Bausch», una raffinata rassegna dedicata a questa inventrice del teatro danza europeo, a capo per più di tre decenni della compagnia Tanztheater di Wuppertal.
Un'occasione unica per ripercorrere il fantastico mondo di una donna, scomparsa un anno e mezzo fa, che ha saputo reinventare il balletto, creando un'inconfondibile forma artistica - il tanztheater - che significa proprio «teatro danza», dove non c'erano soltanto acrobazie sulle punte ma c'era, soprattutto, spazio anche per il gesto teatrale e per la parola. Come accade in Vollmond (luna piena), l'appuntamento clou di questa rassegna, il celebrato spettacolo che torna a Milano dopo vent'anni e dove sullo sfondo di un paesaggio lunare, sotto scenografici scrosci di acqua, si recitano assoli struggenti, gag ironiche e tragicomiche, sfide per dimostrare di esistere, e si consuma una lotta spietata tra i danzatori che giocano l'eterna battaglia dell'amore (al Piccolo Teatro Strehler dal 10 al 13 febbraio, repliche precedute da una conferenza - presentazione il 9 febbraio al chiostro del Piccolo Teatro Grassi). Danza, ma non solo. Perchè è difficile incasellare un'artista che ha saputo mettere le ali allo spettacolo, essere ballerina, attrice, coreografa, regista. Per questo nella rassegna vi è spazio anche per le immagini e per le parole. Che sono racchiuse nel ciclo di film e video «Vieni, balla con me», due giorni di proiezioni di documentari e ritratti, compresi il film che lei stessa girò sul suo spettacolo-manifesto Cafè Muller, opera culto per le avanguardie teatrali di fine Novecento e il suo unico lungometraggio Il lamento dell'imperatrice (al cinema Gnomo il 7 e 8 febbraio). Tante sfaccettature di un unico insondabile universo, come racconterà Cristiana Morganti, da diciotto anni danzatrice solista del Tanztheater di Wupperthal, in due appuntamenti, il Laboratorio di teatro Danza al Milano Teatro Scuola Paolo Grassi (dall'8 al 10 febbraio, ore 10) e in Moving with Pina, una conferenza danzata sulla poetica, la tecnica, la creatività della coreografa in cartellone al Teatro Elfo Puccini (dall'11 al 13 febbraio). Aiuteranno a comprendere come Pina Bausch costruiva un assolo, come mixava emozione e movimento e soprattutto in che modo riusciva a creare un legame magico con gli spettatori. Contribuiranno a spiegarlo anche due miti della sua compagnia: Dominique Mercy, uno dei più celebri ballerini al mondo, e Peter Pabst, scenografo da sempre prediletto da Pina Bausch.

Un modo per conoscere l'artista che Federico Fellini, quando nel 1982 le volle far recitare la parte di una principessa non vedente nel suo film E la nave va, di lei disse: «Pina Bausch? E' una monaca col gelato, una santa con i pattini a rotelle, un volto da regina in esilio».

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