Politica

Berlusconi: ci sono tutte le premesse per vincere

Francesco Kamel

da Roma

Silvio Berlusconi ha deciso di adottare una strategia di attesa per affrontare i problemi della Casa delle libertà. Nella prima giornata romana di lavoro si è occupato dell'agenda del governo, evitando di entrare nel merito delle fibrillazioni del centrodestra e raccomandando ai suoi di non inasprire i toni. Il Cavaliere vuole prima capire bene la strategia dell'Udc e i reali «limiti» entro cui si muove, rinviando «per ora» un confronto diretto con Casini e Follini.
Lo spazio per la mediazione, per ora, è limitato. L'Udc ha posto un problematico aut aut: senza cambio di leadership o senza una riforma elettorale proporzionale ci sarà l’uscita dalla Cdl. «Abbiamo posto due questioni politiche - ha detto Lorenzo Cesa - e finora non è arrivata alcuna risposta positiva. Se si continua così per noi sarà inevitabile la scelta di presentarci da soli». Sulla stessa linea Armando Dionisi: «Noi siamo ancora speranzosi ma se non arrivano risposte siamo pronti anche a correre da soli. Non ci spaventa. Non è che possiamo aspettare di perdere la partita tre a zero a tavolino: sulla proporzionale, sulla leadership e alle prossime elezioni». Ha anche dato un ultimatum: «Il 16 ottobre, quando arriverà l'esito delle primarie dell'Unione, bisognerà decidere». Le intenzioni dei centristi si capiranno meglio lunedì prossimo quando si riunirà tutto lo stato maggiore del partito. Ma finora quelle dell’Udc sono due richieste per ora impraticabili. Una riforma elettorale proporzionale a pochi mesi delle elezioni scatenerebbe il centrosinistra. Anche il cambio di candidatura per Palazzo Chigi è difficile per l'opposizione della Lega, del Pri e di An. Mentre la richiesta del partito unitario del centrodestra - rilanciata da molti nella Cdl - al momento non sembra interessare l’Udc. Ma molto dipenderà dal discorso che il presidente della Camera Pierferdinando Casini farà sabato a Telese, alla festa dell’Udeur. Se il leader «ammorbidisce» la linea di Follini, allora un canale può riaprirsi.
In attesa di affrontare di persona i due leader centristi comunque Berlusconi continua a lavorare sulla macchina elettorale. Dopo gli incontri a Palazzo Grazioli, ha visitato a Roma il cantiere della grande sede all'Eur del cosiddetto «motore azzurro»: il quartier generale di Forza Italia di 2mila metri quadrati che aprirà entro fine settembre per coordinare tutta la campagna elettorale. La visita ha messo il premier di buon umore. Tornato in serata in Sardegna il premier è apparso ottimista: «Sto lavorando a fondo su tutto ciò che il governo deve ancora fare in questa legislatura» e «durante tutto questo mese di agosto mi sono occupato in particolare dell'organizzazione della campagna elettorale». Berlusconi ha mostrato ai cronisti un dossier dal titolo «Elezioni politiche 2006» sulle iniziative per la comunicazione. «Sono sereno - ha aggiunto - sul fatto che ci siano le condizioni per una formazione importante della Cdl» inoltre «sono assolutamente convinto che ci siano tutte le premesse per vincere». Il premier ha anche assicurato che in campagna elettorale si impegnerà per illustrare «tutto ciò che ha fatto questo governo, con l'orgoglio delle molte cose che abbiamo fatto bene».
Berlusconi è rincuorato anche dai segnali che arrivano dagli altri alleati. Dopo il vertice di Arcore, Bossi ha ribadito la lealtà alla Cdl e il sostegno alla sua premiership. Mentre in An continua l'opera di mediazione. «La Cdl - ha detto Francesco Storace - deve recuperare la compattezza dimostrata; io non sopporto questo clima da Orazi e Curiazi. Credo che Fini, Berlusconi e Casini abbiano il dovere di comprendere, tutti e tre, che in questi cinque anni nessuno è stato sconosciuto all'altro, e che quindi le partite si combattono insieme, dall'inizio alla fine». Storace ha anche fatto una significativa apertura: «La Mussolini si riavvicina al centrodestra? Non sarò io ad oppormi». L’allargamento è possibile anche verso il centro.

«La mia proposta di lista Forza Italia-Udc-Dc - ha detto Gianfranco Rotondi - non era un'evasione estiva, ma un'estrema mediazione per evitare il dissolvimento dell'area di centro della Casa delle libertà».

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