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Berlusconi: "Con il lepenismo nessuna possibilità di vittoria"

Il Cav loda la Merkel: "È il leader europeo più autorevole". E invita il centrodestra a ispirarsi più al suo modello che a quello della Le Pen

Berlusconi: "Con il lepenismo nessuna possibilità di vittoria"

"Che giudizio do della cancelliera Merkel? La signora Merkel, che stimo e con la quale ho un rapporto personale eccellente, nonostante le assurdità che sono state scritte su questo, è oggi il leader politico europeo più autorevole". In una lunga intervista che uscirà domani sul Foglio, Silvio Berlusconi interviene a tutto campo e spiega al direttore Claudio Cerasa perché il centrodestra del futuro, se vuole tornare al governo, deve ispirarsi più al modello proposto da Angela Merkel che a quello di Marine Le Pen. "Con il lepenismo - spiega il leader di Forza Italia - non c'è alcuna possibilità di vittoria".

Per Berlusconi la Merkel "rappresenta gli interessi e le ragioni della Germania in modo molto forte, e questo a noi può risultare qualche volta sgradevole. Ma non è lei che dobbiamo criticare per questo - argomenta il Cavaliere nell'intervista al Foglio - è l'incapacità dei nostri governi di far sentire con altrettanta forza e autorevolezza le nostre ragioni e i nostri interessi". L'ex premier riflette, quindi, sull'insegnamento che la Merkel può dare agli italiani: "Prima di tutto il senso dello Stato, che nel nostro Paese non è così diffuso, poi la capacità di assumere decisioni sagge anche quando sono impopolari. Infine - continua - la capacità di dialogare alla pari con i leader delle superpotenze. Il mio governo riusciva a farlo, grazie ai miei rapporti personali con i capi di stato e di governo dei maggiori paesi del pianeta. Dopo di allora, purtroppo, l'Italia è diventata davvero marginale".

Nella lunga intervista al Foglio, Berlusconi analizza anche la sconfitta della Le Pen alle recenti elezioni presidenziali francesi. "Cosa può insegnare all'Italia la storia della vittoria di Macron e della sconfitta di Le Pen? - si chiede il Cavaliere - insegna due cose importanti: che i partiti, se non sono capaci di rinnovarsi davvero, soffrono di una crisi che sta mettendo in discussione l'intero sistema di rappresentanza politica in occidente. Gli elettori sono stanchi, ovunque, delle solite facce, dei professionisti della politica, dell'apparato". Secondo Berlusconi, la vittoria di Donald Trump in America e quella di Emmanuel Macron in Francia hanno un punto in comune: "Nascono dalla voglia di un profondo rinnovamento della politica". Il secondo aspetto riguarda la sconfitta annunciata della Le Pen. "Nonostante il brillante risultato, e nonostante il fatto che abbia saputo interpretare i sentimenti, le paure, le legittime frustrazioni di una parte importante dell'elettorato francese - argomenta il leader d Forza Italia - la leader del Front National sconta il limite di tutti i movimenti di destra identitaria e antisistema: non soltanto non riescono a vincere, ma dividendo il fronte moderato finiscono con il favorire la vittoria di candidati di sinistra".

Berlusconi mette in chiaro che come si presenterà Forza Italia alle prossime elezioni politiche dipenderà ovviamente dalla legge elettorale. "Però - avverte - su una cosa non ci possono essere dubbi, noi lavoriamo per la vittoria del centrodestra unito. Perché questo sia possibile occorre che il centrodestra abbia un carattere fondamentalmente liberale, cristiano, riformatore, convinto che l'Europa debba cambiare ma europeista nella sua ispirazione di fondo".

"Altrimenti - conclude il Cavaliere - finiremmo come il Fronte Nazionale in Francia: il pieno di voti in alcune aree del Paese, ma nessuna possibilità di vittoria".

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