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"Berlusconi mi ha aiutata, è come la Caritas"

La confessione di Ruby su Raidue: "Mai fatto sesso con lui, è un gentiluomo. Il mio sogno? Fare il carabiniere"

"Berlusconi mi ha aiutata, è come la Caritas"

Roma - Da Berlusconi? Solo una volta. Sesso? Macché. Conoscere Silvio è stato come «un giro alla Caritas, quando ti danno la busta della spesa». Ruby parla, si confessa, svela alla televisione tutta la sua riconoscenza. Ruby Rubacuori, la ragazza diciassettenne marocchina che avrebbe frequentato la villa di Arcore, al centro dell’ultima indagine a luci rosse della procura di Milano, è grata e trabocca di affetto: «Grazie di cuore» al presidente del Consiglio, dice, con un innocente «tu» e una voce sottile: «Sei un gentiluomo, peccato che la gente non sappia quello che sei veramente. Mi hai aiutata, la gente è invidiosa, diamoci forza e andiamo avanti, ce la possiamo fare».

L’intervista a tutto campo, a tutto cuore, è stata trasmessa durante il programma L’ultima parola di Gianluigi Paragone, su Raidue, ieri sera. Per ora è solo una voce, Ruby, ma tra tre giorni compirà diciotto anni e allora il suo volto sarà pubblico, non sarà più una minorenne. Berlusconi, spiega, l’ha visto «una sola volta dal vivo»: «Rapporto sessuale no, rapporto d’amicizia tantomeno. Lui mi ha aiutata, mi ha salvata da una situazione difficile. Posso solo essergli riconoscente, gli voglio un bene dell’anima e spero che tutto questo non lo rovinerà». Quello che viene scritto su di lei, si sfoga, «sono tutte notizie gonfiate per far vendere quella spazzatura, come l’ha definita anche Silvio». E comunque anche quando avrà i suoi 18 anni, «non mi venderò come tante altre nella mia situazione». No: «Io intendo pubblicare un libro dove racconto la verità sulla mia vita e dove ci sarà anche Silvio Berlusconi».

Ruby parla anche del furto di cui era stata accusata nel maggio di quest’anno. Da quell’episodio inizia la sua strana storia «pubblica», così come è raccontata nei verbali e sui giornali. La quasi diciottenne Rubacuori assicura che «non è risultato vero. Questa persona che mi ha accusata deve pagarmi i danni. Io le ho sempre pagato l’affitto».
Su internet alcune sue foto stanno già facendo il giro dei blog, lei appare truccata e sensuale, ma la cubista, lap dancer, marocchina ora più famosa d’Italia giura che il suo sogno non è andare in televisione, niente velina. Non è, insomma, apparire: «Il mio sogno è fare il carabiniere, da quando avevo 12 anni», confessa a sorpresa con candore: «Non il mondo dello spettacolo come tanti pensano». Un desiderio, «una voglia talmente forte di fare il carabiniere - ironizza - che mi sono trovata spesso dai carabinieri, ma sempre dall’altro lato della scrivania».

Solo una volta colpevole, giura: «A 12 anni, quando ho rubato una borsa. Non sapevo dove andare a dormire, cosa mangiare». È a 12 anni che è scappata, anzi, è stata «ripudiata da mio padre. Lui è musulmano, io sono diventata cattolica. A 12 anni voleva farmi sposare con un uomo di 49». Dalla provincia di Messina a Catania dove ha fatto «la cameriera, poi sono salita a Milano». Martedì, quando compirà i suoi 18 anni, «riprenderò la mia vita in mano».
Non dice che per ora la sua vita sono notti e giorni chiusa in uno squallido residence alla periferia di Genova. Qui abita Ruby, scappata dalla casa famiglia di Sant’Ilario dove il tribunale dei minori l’aveva assegnata. La ragazza avrebbe trovato ospitalità nell’appartamento di un ex attore a luci rosse. Alla casa famiglia Kinderheim l’aspettano inutilmente: «Ruby? Troppo bella e troppo allegra - la ricorda un assistente sociale - e disordinata e bugiarda». E.

Fo.

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