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Berlusconi a Renzi: scelte sbagliate su economia e Ucraina

Nell'intervento alla scuola di formazione politica di Fi il Cavaliere farà le pulci al governo. Nessun affondo contro la magistratura

Berlusconi a Renzi: scelte sbagliate su economia e Ucraina

Berlusconi prepara il discorso che farà stasera in occasione dell'ultima giornata della scuola di formazione politica, organizzata da Mariastella Gelmini a Sirmione. Probabile una sua telefonata anche se non si esclude una sorpresa in zona Cesarini con la sua presenza fisica. Un lavoro di lima al discorso perché alcuni temi sono caldi, specie quello sulla giustizia e sulle recenti notizie provenienti da Strasburgo. L'accoglimento dei ricorsi presentati dai suoi legali da parte della Corte europea, permetterebbe affondi sulla magistratura ma è probabile che il Cavaliere sarà cauto. Non affonderà il colpo sulle toghe e si limiterà a dirsi ottimista perché - come ribadito più volte - è del tutto innocente. Sebbene ci siano margini per aprire un procedimento sul caso, è prematuro cantare vittoria. Inoltre la strada per chiedere la revisione del processo, e riottenere l'agibilità politica, è ancora lunga. Profilo basso, quindi. Nessun attacco frontale alle toghe ma soltanto la soddisfazione che «c'è e ci sarà un giudice a Strasburgo». E qualcuno sostiene che sull'argomento sorvolerà proprio.

Di sicuro gran parte del suo intervento sarà dedicato alla politica internazionale con la critica anche aspra al governo e alla Ue. Definirà «dilettantistica» la gestione della crisi ucraina con l'attacco frontale a Putin che «potrebbe costarci caro perché Mosca venderà il gas agli indiani...». Un'angoscia, quella sulla politica estera, accentuata dal dispiacere che proprio il Cavaliere, nel maggio del 2002, fu il principale artefice della fine della Guerra fredda con il vertice Nato-Russia di Pratica di Mare. Aspre critiche a Palazzo Chigi anche per quanto riguarda la politica economica. Le ricette di Renzi, in questo senso, sono o «sbagliate» o soltanto «pannicelli caldi». Ribadirà che Forza Italia è sì all'opposizione ma un'opposizione responsabile e che non gioca al «tanto peggio tanto meglio». Il patto del Nazareno è solido perché «noi, come sempre, manteniamo la parola data». Per cui, sulle riforme e sulla legge elettorale, Forza Italia non giocherà brutti scherzi. Pronti a dare una mano anche sul resto - in primis sul Jobs Act - se il premier recepirà parti del programma di Fi.

Ma proprio questa posizione di opposizione morbida al governo è il vero macigno sulla strada della ricomposizione del centrodestra, includendo la Lega. Un file a cui l'ex premier tiene molto e a cui si spenderà nei prossimi giorni. Non che nelle scorse settimane i contatti non ci siano stati: se non direttamente con il leader Salvini, Berlusconi ha sempre tenuto in mano i fili del dialogo con il Carroccio, specie attraverso Calderoli. Gli ostacoli al fidanzamento sono molti: non solo i veti contrapposti Carroccio-Ncd; ma anche una questione di opportunità da parte della Lega. Un anonimo colonnello lumbard dice al Giornale : «Non chiudiamo la porta al dialogo. Ma siamo passati dal 3 all'8,4%, abbiamo ricompattato il partito e stiamo mietendo consensi tra l'elettorato di centrodestra: ci conviene mettere a repentaglio tutto ciò con un'alleanza con Forza Italia e Ncd? Alfano è al governo, Berlusconi non è né carne né pesce e noi siamo convinti all'opposizione. Gli italiani vogliono chiarezza».

Tuttavia, almeno per le prossime elezioni amministrative, qualche segnale distensivo c'è, soprattutto da parte degli alfaniani. Sergio Pizzolante, plenipotenziario Ncd in Emilia, lancia un appello: «Il Pd non sfonda, Grillo non gode di ottima salute: troviamo un candidato unitario tra Fi, Ncd e Lega». E neppure il leghista romagnolo Luca Pini è contrario al dialogo tra berlusconiani e alfaniani.

Ma solo in Regione.

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