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Berlusconi: "Se condannato, non mi dimetto"

Il 27 novembre riprende a Milano il processo contro Berlusconi per corruzione nei confronti del legale inglese. Il 16 quello sui diritti tv Mediaset. Il premier: "Se ci fosse una condanna reisterei per difendere la democrazia". La difesa: "Vinceremo il processo"

Berlusconi: "Se condannato, non mi dimetto"

Milano - In caso di eventuale condanna nei processi ancora in corso a suo carico Silvio Berlusconi non si dimetterà da presidente del Consiglio. Lo dice lo stesso premier a Bruno Vespa per il suo libro Donne di cuori. "Ho ancora fiducia nell’esistenza di magistrati seri che pronunciano sentenze serie, basate sui fatti. Se ci fosse una condanna in processi come questi, saremmo di fronte a un tale sovvertimento della verità che a maggior ragione sentirei il dovere di resistere al mio posto per difendere la democrazia e lo stato di diritto". Vespa ricorda a Berlusconi che l’avvocato Mills è stato condannato anche in appello. "È una sentenza - risponde il presidente del Consiglio - che certo sarà annullata dalla Corte di Cassazione".

Campagna internazionale Vespa, poi, chiede anche al premier come spieghi la campagna internazionale che si è scatenata su di lui da maggio in poi. "È partita da Repubblica e l'Espresso - risponde il presidente del Consiglio - e su sollecitazioni di questo gruppo si è estesa ai giornali e ai giornalisti amici. Per gettare fango su di me ha finito col gettare fango sul nostro Paese e sulla nostra democrazia". Il Times di Londra - obietta Vespa - non è un giornale di sinistra ed è il più duro con lei. Cinque articoli in un solo giorno quando il 7 ottobre è stato bocciato il lodo Alfano. Frutto della guerra con Rubert Murdoch, che ne è proprietario, per i contrasti su Sky Italia? "La coincidenza fa riflettere - risponde Berlusconi - ma sono cose che io non farei mai, e quindi sono portato a credere che non le facciano neppure gli altri". Non c’è possibilità di un accordo con Murdoch, visto che Berlusconi è il presidente del Consiglio italiano e lui una potenza mediatica mondiale? "Non è il caso di esagerare. Da mesi negli Usa è polemica ferocissima tra Fox News, una rete televisiva del gruppo Murdoch, e il Presidente Obama. Non mi pare che ne derivi un problema grave per gli Stati Uniti".

Il legale: "Vinceremo" "Andremo, faremo il processo e lo vinceremo, prima o poi". Sono le parole del professor Piero Longo, difensore insieme a Niccolò Ghedini del premier, sulla ripresa del processo che vede Silvio Berlusconi imputato di corruzione in atti giudiziari. L’udienza di smistamento si terrà il prossimo 27 novembre a Milano davanti ai giudici della decima sezione penale. I due legali però, ritorneranno nelle aule del palazzo di giustizia di Milano già il 16 novembre quando davanti ai giudici, questa volta della prima sezione penale, ricomincerà il processo per la compravendita dei diritti tv e cinematografici Mediaset e nel quale il presidente del consiglio figura tra gli imputati sospeso più di un anno fa in attesa della decisione sul Lodo Alfano.

Due processi In relazione alla ripresa di entrambi i processi il professor Longo ha affermato: "Quanto a velocità, il presidente della prima sezione Edoardo D’Avossa, ha battuto Nicoletta Gandus, presidente della decima sezione". Il legale a questo proposito ha spiegato che il lodo Alfano è effettivamente "morto" il 22 ottobre, giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, della sentenza con cui è stato dichiarato incostituzionale. "Il 23 ottobre - prosegue Longo - il giudice D’Avossa ha firmato il decreto di citazione al processo per il 16 novembre, mentre la Gandus lo ha fatto il 29 ottobre e ci ha convocato per il 27 novembre. Quindi D’Avossa ha battuto la Gandus".

Caso Mills A proposito del processo in cui Berlusconi è accusato di aver corrotto l’avvocato inglese David Mills (condannato anche in secondo grado a quattro anni e mezzo) il difensore ha detto che "non vi è dubbio che riprenderà da capo e che la prescrizione arriverà nel 2011". Comunque il 27 novembre il collegio presieduto da Nicoletta Gandus dovrà dichiarare di astenersi in quanto incompatibile perché lo scorso 17 febbraio aveva pronunciato la sentenza di primo grado nei confronti solo di Mills essendo stata stralciata la posizione di Silvio Berlusconi per effetto del lodo Alfano.

In quell’udienza, in sostanza i giudici trasmetteranno l’intero fascicolo a un altro collegio della stessa sezione davanti al quale ricomincerà, si presume il prossimo gennaio, il processo vero e proprio.

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