Politica

Berlusconi vede Monti: ora l'unica strada resta il governo tecnico con il Pd

Secondo il Cavaliere al momento l'Italia è un Paese in­governabile se non da un esecuti­vo tecnico Pdl-Pd. Poi assicura: sostegno per le riforme, MOnti è uno di noi

Berlusconi vede Monti: ora l'unica strada resta il governo tecnico con il Pd

Roma - Quale sia l’approccio con cui Berlusconi si presenta al se­condo faccia a faccia con Monti dal giorno del passaggio di conse­gne a Palazzo Chigi il Cavaliere lo spiega chiaro e tondo nelle sue conversazioni private. L’Italia, è la sua convinzione, è un Paese in­governabile se non da un esecuti­vo tecnico Pdl-Pd. E dunque sia­mo davanti all’unica soluzione possibile. Ragione per cui il vis­-à­-vis con il Professore non può che svolgersi in un clima di cordiali­tà, con il barometro che continua a far segnare il sereno se nei gior­ni scorsi era stato il leader del Pdl a rassicurare Monti elogiando l’azione del governo mentre ieri è toccato al premier dire di essere «molto riconoscente» al Cavalie­re per «il suo atteggiamento di grande responsabilità». Un pal­leggio che a Berlusconi non deve essere affatto dispiaciuto se con i suoi si è spinto a considerare Monti «uno di noi».

Sul tavolo del lungo pranzo a Palazzo Chigi ci sono la riforma del mercato del lavoro e quella giustizia, le liberalizzazioni, le fre­quenze televisive e la governance della Rai. Ma Berlusconi si pre­senta accompagnato da Alfano e Letta quando è passata solo qual­che ora dalla notizia che la corte d’appello di Milano ha respinto l’istanza di ricusazione nei con­fronti dei giudici del caso Mills con la sentenza che dovrebbe ar­rivare già sabato. «Una sentenza scontata», ripete l’ex premier a Monti e al sottosegretario alla pre­sidenza del Consiglio Catricalà. Il frutto, aggiunge, di «una persecu­zione giudiziaria» che punta ad una «condanna politica». Co­munque vadano le cose sabato, però, questo non influirà certo sull’atteggiamento del Pdl verso il governo visto che si tratta di «questioni distinte». Eppoi, se davvero arriverà la condanna, Berlusconi avrà l’occasione per dire che «nonostante la persecu­zione » continuerà ad essere re­sponsabile e a sostenere Monti nell’interesse del Paese.

Un Mon­ti che lo accoglie a Palazzo Chigi per quasi tre ore rafforzando l’im­ma­gine del Cavaliere come inter­locutore affidabile. Anche se ­passati quasi venti anni e ormai la­sciato Palazzo Chigi- l’essere an­cora vittima di quello che defini­sce un «accanimento della magi­stratura » non fa altro che confer­mare a Berlusconi la necessità di una riforma radicale della giusti­zia. Argomento trattato, anche se il governo - comunque intenzio­nato a dare un segnale - sembra però prudente sulla separazione delle carriere a cui tiene il Pdl. Il sostegno a Monti, dunque, non è in discussione. Anche per­ché non avendo la palla di vetro il Cavaliere vuole tenersi aperte tut­te le strade in vista del voto del 2013. Da qui ad allora può succe­dere di tutto ed è impossibile fare previsioni concrete su schiera­menti e premiership future. Per­dere la Lega oppure no?, confida il suo dubbio Berlusconi nelle conversazioni private. A confer­ma di quanto imprevedibile sia lo scenario. Anche se una convin­zione ce l’ha. Sì, il rapporto con l’Udc va riallacciato ma la sensa­zione è che Casini punti solo a fa­re il presidente della Repubblica.

Un faccia a faccia dal quale l’ex premier esce soddisfatto. «L’in­contro è andato bene», spiega a chi ha occasione di sentirlo. Si è parlato anche della riforma del la­voro, con Alfano che chiede al pre­mier di non farsi condizionare dai veti della Cgil. D’altra parte,si sa che sul punto il Pdl ha una visio­ne diversa da quella di un Pd che deve rendere conto non solo ai sindacati ma anche a Vendola. Senza considerare che sarebbe ingenuo non pensare che il Cava­lie­re abbia anche un certo interes­se a mettere all’angolo Bersani. Nel menù del pranzo c’è anche la governance della Rai e le prossi­me nomine visto che il Cda scade di fatto a maggio.

Nomine che - a differenza di quella di Nicolais al Cnr- il Pdl chiede con forza che si­ano «condivise».

Commenti