Politica

Bersani condanna il Cav senza processo. Alfano: no, presunto innocente

Appena arrivata la notizia la sinistra si schiera subito dalla parte della procura. L'Idv: "Berlusconi si faccia giudicare". Il Pd: "Elezioni subito". Cicchitto: "Giustizia a orologeria". Alfano: "In gioco l'autonomia del parlamento". La Gelmini: "Attacco alla sovranità popolare". La Lega: "L'accanimento non indeolirà il governo"

Bersani condanna il Cav 
senza processo. Alfano: 
no, presunto innocente

Roma - Appena arrivata da Milano la notizia del giudizio immediato per Berlusconi l'opposizione parte all'attacco a testa bassa. Il primo commento è di Massimo Donadi, capogruppo alla Camera dell'Idv: "Due italiani su tre hanno perso la fiducia in Berlusconi. Il governo è in minoranza nel Paese e il premier, se ha a cuore gli interessi dell’Italia, vada a farsi giudicare e si dimetta", dice Donadi. "Le decisioni dei magistrati - aggiunge - vanno rispettate". Quanto a Napolitano "Idv rispetta la sua autonomia e non si sente di tirare il presidente per la giacca". Poi, dopo poche ore, è la volta di Bersani: "Non ci occupiamo di reati, perché questo è il lavoro della magistratura - ha aggiunto Bersani - né ci occupiamo di peccati perché se ne occupa la chiesa. Noi ci occupiamo dell’Italia e non vogliamo che l’Italia sia allo sbando". Quanto alla richiesta di elezioni anticipate, Bersani ha aggiunto: "Siamo noi che le chiediamo, io chiedo le elezioni".

Alfano: in gioco autonomia parlamento Il fatto che il gip di Milano abbia disposto il processo immediato nei confronti del premier significa che non ha tenuto conto di quanto votato le settimane scorse dalla Camera, dunque - afferma il ministro della Giustizia Angelino Alfano - questo è "un tema che attiene l’autonomia, la sovranità e l’ indipendenza del parlamento". Il mandato che gli italiani hanno conferito al premier non è "occasionale" ma "è stato reiterato in almeno tre circostanze: ha vinto le elezioni politiche, le europee e le regionali".

Cicchitto: giustizia a orologeria "Come volevasi dimostrare - commenta ironico il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto -. È proprio il caso di parlare di una giustizia ad orologeria che per Berlusconi è rapidissima, addirittura istantanea. Tutto questo procedimento è viziato alla radice dal fatto che - trattandosi, visto il reato ascritto che è la concussione, di un’imputazione che per definizione riguarda il titolare di un pubblico incarico, nel nostro caso deve essere trattato dal tribunale dei ministri. Quindi c’è il tentativo di sottrarre Berlusconi al suo giudice naturale e anche di un fumus persecutionis che percorre questo procedimento dall’inizio al suo attuale sviluppo".

Capezzone: tutto secondo copione "La decisione del gip di Milano ricalca un copione perfino scontato - dice Daniele capezzone, portavoce del Pdl -. La situazione è davvero paradossale: non ci sono nè i reati nè le vittime, ma c’è il processo a tamburo battente, e soprattutto c’è un processo mediatico già in corso da settimane sotto forma di gogna anti-premier. Il silenzio dei garantisti di sinistra è un epitaffio politico per loro: è evidente il tentativo della sinistra, sconfitta sia nelle urne che nelle aule parlamentari, di usare la scorciatoia giudiziaria per una spallata. Ma non si illudano: non praevalebunt".

Ferranti (Pd): smontata tesi complotto "Credo proprio che la decisione del Gip di Milano smonti completamente la tesi del complotto sostenuta dal premier sul caso Ruby". Il capogruppo del Pd in commissione Giustizia Donatella Ferranti commenta così la decisione del gip. "Quindi - aggiunge - diventa evidente che non sia solo qualche Pm di sinistra, come dice Berlusconi, a sostenere la colpevolezza del Cavaliere. Il che vuol dire che le prove ci sono eccome". 

Rotondi: uso giustizia per lotta politica "Mai nella storia d’Italia vi è stato un uso della giustizia così finalizzato alla lotta politica. È inevitabile un intervento del Capo dello Stato. Non tiro per la giacca il Capo dello Stato, ma solo lui che ha combattuto il fascismo può fiutare l’aria che tira". Così il ministro per l’Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi.

Gasparri: varato processo lampo "Chiamano processo breve - afferma il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri -  la nostra proposta per tempi certi nei processi ed in tanti, anche con la toga sulle spalle, la contestano e poi, per Berlusconi la stessa gente vara il processo lampo. Oltretutto travolgendo principi basilari del diritto. ma noi non accettiamo - avverte Gasparri - che un confronto politico e democratico venga affrontato con mezzi impropri dalla sinistra politico-giudiziaria. Decidono cittadini e parlamento chi governa, non certo le procura politicizzate".

La Gelmini: attacco a sovranità popolare "E' in corso un vero e proprio attacco alla sovranità popolare e ad un'istituzione dello Stato. Il pericolo che i padri costituenti della Repubblica avevano immaginato, inserendo l`immunità parlamentare nella Costituzione, è oggi quanto mai reale". Lo dice Maria Stella Gelmini, ministro dell’Istruzione. "Un potere dello Stato tenta di condizionare la volontà degli elettori e di stravolgere uno dei principi cardine di tutte le democrazie: l'equilibrio tra il potere giudiziario, legislativo ed esecutivo. Non è un problema del centrodestra o di Berlusconi, ma dell'Italia. L'anomalia del nostro Paese non è rappresentata da un presidente del Consiglio liberamente eletto, ma da una parte della magistratura che agisce con finalità politiche".

Napoli: il Pd cerca una nuova tangentopoli "È immutata la barbarie giuridica della sinistra, sotto qualunque latitudine. Bersani e Franceschini chiedono le dimissioni di Berlusconi, senza neanche attendere le risultanze processuali. Alla faccia del garantismo" dice il vicepresidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli. "Il remake di Tangentopoli - prosegue il parlamentare - non ha però possibilità alcuna di successo. L’Italia è cambiata e sono cambiati gli italiani. L’alone di sacralità che ieri circondava i magistrati è diventato nel tempo un alone denso di sospetti sulle modalità d’azione degli inquirenti". "E che dire di D’Alema che definisce - dice ancora Napoli - Berlusconi il passato o che si è messo la morale sotto i tacchi? Può un comunista anche solo pronunciare la parola morale? D’Alema è il trapassato, in senso letterale, perchè viene dalle nebbie fitte del Novecento e da lì non si è mai mosso". "L’Italia ha una percezione diversa da quella dei magistrati. I cittadini non accettano più che siano le procure a decidere chi è che deve guidare il governo e chi deve far parte della maggioranza. I cittadini che credono nelle guarentigie liberali e le vedono oggi offese dalla Procura di Milano, sono pronti - conclude Napoli - a mobilitarsi non contro i magistrati ma per salvare la democrazia dai magistrati che la combattono. Si rassicuri la Procura di Milano: il loro progetto di mandare all’opposizione chi ha vinto le elezioni non passerà".

Il Fli: no a lotta contro i pm "I prossimi mesi non possono essere un rodeo pro o contro la magistratura", ha dichiarato il vicepresidente vicario dei deputati di Fli, Benedetto Della Vedova. Il finiano ha ricordato che il suo gruppo ha "votato la sfiducia al governo lo scorso 14 dicembre" ed ha aggiunto: "Il premier ha una difesa a cui non mancheranno i mezzi e non è discussione la sua innocenza fino a prova del processo". Quindi, ha sottolineato Della Vedova, "evitiamo di far precipitare il parlamento in una discussione politica, in una guerra senza quartiere alla magistratura. Quello in corso non è un attentato, non è golpe. Ci si assuma la responsabilità dei fatti e degli accadimenti. Ma a prescindere dalle vicende giudiziarie non si può far finta che non accada nulla in Italia e i prossimi mesi non possono diventare un rodeo contro o pro la magistratura". "Il rinvio a giudizio immediato per reati gravissimi e infamanti obbliga il Premier a fare subito un passo indietro per salvaguardare ciò che resta della dignità nazionale", rincara la dose giustizialista Fabio Granata.

Bricolo (Lega): accanimento, maggioranza solida "Se con l’accanimento giudiziario contro Berlusconi, qualche magistrato pensa anche di indebolire il governo si sbaglia di grosso: questa sera al Senato approveremo con la fiducia il decreto Milleproroghe e la prossima settimana, sempre in Senato, affronteremo il federalismo municipale con una maggioranza unita e fermamente convinta ad andare avanti per realizzare le riforme e cambiare il Paese", ha detto Federico Bricolo, presidente della Lega a Palazzo Madama, schierandosi con il premier e il il Pdl.

 

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