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La biblioteca del presidente «Moby Dick» e poesie Ma pochi libri di economia

di Cosa ha spinto Barack Obama a leggere - in piena crisi economica, dicembre 2010 - una biografia del presidente Reagan? Come si sa, il repubblicano Reagan risolse una grave crisi economica con una ricetta opposta a quella del democratico Obama. Se Barack ha letto il saggio per imparare qualcosa, è come quelle donne che iniziano a studiare la gravidanza quando già allattano. È più consolante che, all’inizio del suo mandato, abbia letto ben due saggi su Abraham Lincoln, uno su John Adams, presidente (conservatore) di fine Settecento e, di recente, un quarto su Theodore Roosevelt.
Fra le sue letture ci sono anche altri libri di storia americana, ci mancherebbe. Se è curioso trovare una Storia segreta della Cia (argomento sul quale si presume possa avere notizie maggiormente precise dai propri collaboratori), è più comprensibile che voglia apprendere qualche lezione sul disastro del Vietnam. Poi, saggi di economia e politica - ovvio - ma non manca la letteratura: una raccolta di poesie di Derek Walcott, per esempio, La mappa del Nuovo mondo; c’è persino un Le Carré recentissimo, forse perché si parla anche della sua famiglia: «Michelle Obama e le sue figlie sono in città, secondo madame Mère, ma è un segreto di stato, quindi solo madame Mère e tutta Parigi lo sanno».
Chi volesse prendersi il gusto di fare le stesse letture di Obama, in italiano, può trovare facilmente Libertà, di Jonathan Franzen; poi L'era post-americana, di Fareed Zakaria; Erano solo ragazzi in cammino. Autobiografia di Valentino Achak Deng (un profugo che ha vissuto la guerra civile in Sudan) di Dave Eggers, e La città invincibile, venduto in internet come «il romanzo preferito» di Obama: un canto d’amore per la New York del dopo 11 settembre.
È curioso poter disporre della lista dei libri letti dal presidente dal maggio 2008 al dicembre 2010. Ventiquattro, per la precisione. Alla fine del loro mandato i presidenti degli Stati Uniti fondano, tradizionalmente, una grande biblioteca. Certo non si limitano a donare i volumi letti personalmente, altrimenti non ne verrebbe fuori neppure una bancarella di rione. Per esempio, Obama quando venne eletto sembrava quel che si dice «un lettore forte», anche se meno (e qui molti si stupiranno) del suo predecessore Bush, che nel 1996 lesse - ufficialmente - 95 volumi. Nel 2008 il New York Times, analizzando l’autobiografia di Obama Sogni di mio padre dedusse che da adolescente lesse autori decisivi per elaborare la propria identità razziale: James Baldwin, Ralph Ellison, Langston Hughes e W.E.B. Du Bois; poi, nella fase elucubrativo/adolescenziale, passò da Sant’Agostino a Nietzsche, per capire in cosa credeva davvero. Da adulto, fra le sue letture preferite ci sono Moby Dick di Melville, Gandhi, Abraham Lincoln e la Bibbia. Ma anche molti romanzi, tra cui L’uomo invisibile di Ellison. Da giovane Obama, rivela il suo biografo David Mendell, ha scritto poesie e pensò di diventare romanziere. Infatti legge tuttora più romanzi della media dei politici. Fra i più apprezzati, Taccuino dorato di Doris Lessing.
Non sorprende dunque che sia uscito anche in Italia un libriccino per bambini di Barack Obama: Di Voi io canto. Lettera alle mie figlie, con illustrazioni di Loren Long (Rizzoli). Il titolo richiama Walt Whitman, protagonisti e argomenti richiamano le letture di Obama, ovvero le vite di tredici personaggi che hanno fatto grandi gli Stati Uniti e realizzato il sogno americano. Sono George Washington, Abraham Lincoln, Billie Holiday, Helen Keller, César Chavez, Neil Armstrong, Martin Luther King, Georgia O’Keeffe, Albert Einstein, Jackie Robinson, Maya Lin, Jane Addams e Toro Seduto. Barack canta «la capacità che questo paese ha di sognare, di sognare in grande, e di raggiungere qualsiasi obiettivo». Speriamo che sia profeta, specialmente per l’economia. A proposito: Obama legge pochi libri di economia.
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