Politica

Bisignani al giudice: mai rivenduto informazioni

RomaUn interrogatorio di un’ora e mezza per Luigi Bisignani, il personaggio intorno al quale ruota la cosiddetta inchiesta sulla P4, uomo con rapporti istituzionali di primo piano, in grado di esercitare pressioni e assumere notizie coperte da segreto sulle inchieste giudiziarie in corso.
Ieri è stato il giorno del suo atteso faccia a faccia con il gip di Napoli Luigi Giordano che ha firmato nei suoi confronti l’ordinanza di custodia cautelare chiesta dai pm Francesco Curcio e Henry Woodcock concedendogli però gli arresti domiciliari al posto del carcere, riducendo a tre i nove capi di imputazione originari e limitando al favoreggiamento le ipotesi iniziali di associazione segreta e associazione per delinquere.
E, lui, come accaduto in passato in occasione di altri interrogatori, non si è tirato indietro. Ha parlato delle accuse che gli vengono contestate nell’ordinanza di arresto, relative a due episodi di favoreggiamento, ma ha risposto anche a qualche domanda nuova dei magistrati. Non sulla massoneria, però, e nemmeno sugli appalti pubblici affidati grazie alla sua mediazione, di cui ora sarà la Procura di Roma ad occuparsi, e che pure costituiscono una parte importante di questa inchiesta su un giro di cricche e consorterie tra esponenti di Stato, della politica e della finanza. Certamente l’ex giornalista ha ribadito che «non esiste alcuna associazione a delinquere» e che «non ha mai appreso notizie riservate dall’ex magistrato e deputato del Pdl Alfonso Papa», per il quale il giudice ha chiesto l’autorizzazione a procedere e che secondo l’accusa gli avrebbe fornito informazioni di prima mano sulle indagini poi «rivendute» ad altri.
I pm hanno voluto contestualizzare alcuni fatti e sapere in particolare come e quando ha conosciuto Papa. Bisignani ha detto di averlo incontrato per la prima volta in un salotto romano, poi ha chiarito un episodio relativo al suo rapporto con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, ribadendo di non avergli mai passato alcuna notizia coperta da segreto ottenuta da Papa. «È capitato - ha spiegato - che io mi confrontassi con lui, una persona a cui mi lega un’amicizia quarantennale, sulle vicende giudiziarie in corso, ma come si fa normalmente con un amico. L’unica volta che abbiamo parlato in maniera seria di un’inchiesta è stata quando il Fatto Quotidiano diede la notizia di un’indagine su Letta». Nulla di strano per l’avvocato Giampiero Pirolo, che lo assiste assieme al collega Fabio Lattanzi: «Bisignani lavorava per una società che stampava il Fatto - chiarisce il penalista - fu un tutt’uno parlarne con Letta. Le vicende delle quali conversava il mio cliente erano comunque già note e i giornali se ne occupavano da tempo».
Una folla di giornalisti e operatori attendeva Bisignani davanti al palazzo di Giustizia di Napoli, per dribblare la quale l’ex giornalista è stato fatto entrare da un ingresso secondario. Al termine dell’interrogatorio subito ritorno nella sua casa romana dove è agli arresti domiciliari dalla scorsa settimana. «Sono stati novanta minuti di interrogatorio - spiega l’avvocato Pirolo - in un clima disteso e finalizzato a chiarire i fatti contestati per capirne la rilevanza penale. A dimostrazione che Bisignani non è affatto il grande manipolatore dipinto in questi giorni dai massa media».
Del resto già il gip Giordano ha dato una bella sfoltita alle accuse, riducendo a tre i capi di imputazione relativi a due episodi per i quali Bisignani è indagato per favoreggiamento. Nel primo avrebbe fornito informazioni sulle indagini napoletane che li riguardavano all’imprenditore Alessandro Bondanini e alla commercialista Stefania Tucci. Notizie che avrebbe ottenuto grazie a Papa, promettendogli in cambio di intercedere sul coordinatore del Pdl Denis Verdini per ottenere la candidatura in un collegio sicuro per il Pdl. L’altro episodio riguarda sempre l’acquisizione di notizie coperte da segreto, sempre attraverso Papa, per rassicurare l’amico Anselmo Galbusera dell’Italgo sull’inchiesta Finmeccanica e sulla posizione di Lorenzo Borgogni, direttore centrale delle relazioni esterne del colosso italiano dell’aeronautica e della difesa.


I legali nelle prossime ore presenteranno al gip l’istanza di revoca della misura cautelare e poi valuteranno l’eventuale impugnazione davanti al Tribunale del Riesame.

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