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Blatter: «Ho un sogno, gay non fate all'amore»

Non è questione di stargli addosso, ma lo svizzero Sepp Blatter, presidente Fifa, riesce sempre a pestare qualcosa. Oggi, vigilia della finale del mondiale per club, ha dovuto scusarsi con le organizzazioni omosessuali

Non è questione di stargli addosso, ma lo svizzero Sepp Blatter, presidente Fifa, riesce sempre a pestare qualcosa. Oggi, vigilia della finale del mondiale per club, ha dovuto scusarsi con le organizzazioni omosessuali. Il suo bello è che riesce sempre a tenersi in tema, infatti era lì per fare il punto della situazione su questa edizione del mondiale di Abu Dhabi.
Ha iniziato così: «Nei giorni scorsi una mia affermazione sugli omosessuali a proposito del Mondiale 2022 è stata fraintesa e censurata. Non volevo offendere nessuno. Se l'ho fatto chiedo scusa a tutti».
Era successo che i gruppi per i diritti gay avevano espresso ferma contrarietà a tenere i mondiali di calcio nel Qatar, dove l'omosessualità è reato. E Blatter, interpellato in merito alle possibili discriminazioni nei confronti dei tifosi omosessuali che si recheranno nel piccolo emirato del Golfo, aveva ribattuto suggerendo loro di «astenersi da qualsiasi attività sessuale». Dai, questo è un asso. E poi ci si chiede come mai uno diventa famoso, o fa il presidente.
Allertata sulle conseguenze, Sepp ha iniziato a remare all'indietro: «Sono sicuro che non ci saranno problemi. In Medio Oriente c'è un'altra cultura perché c'è un'altra religione, ma nel calcio non ci sono confini. Noi apriamo tutto a tutti, non deve esserci nessuna discriminazione nei confronti di alcun essere umano. Se vorranno assistere alle partite in Qatar, sono convinto che potranno farlo».
In realtà quella volpe di Sepp vuole evitare qualsiasi malinteso in vista delle prossime elezioni del giugno prossimo. Infatti il presidente non ha retto e dopo un attimo si è smascherato: «Confermo che se Dio mi fa arrivare al congresso del 3 giugno 2011, ripresenterò la candidatura per il quadriennio 2011-2015. Se ci sarà anche un altro candidato o altri candidati ci confronteremo. Io mi ripresento sicuramente. Ho tanti sogni. Mi piacerebbe un giorno portare il Mondiale in India o in Cina, anche se ogni tanto bisogna tornare ai Paesi dove il calcio è nato».

Neutrale dentro, sempre una buona parola per tutti, come se dovesse essere eterno.

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