Giorn-di-bordo

Boccia: «Nautica specchio della migliore impresa»

Chiaro messaggio del capo di Confindustria in visita al Salone: «Legame forte con Ucina»

Antonio Risolo

Genova Taglio del nastro, alzabandiera, inno di Mameli. Il Nautico riparte, più in forma che mai. Più spazi, più barche, più espositori vecchi e nuovi. Con effetti speciali, come la «Piazza del Vento» ideata da Renzo Piano e realizzata dallo studio Brescia. Sold out, per dirla con gli italiani che poco masticano l'italiano. Poi i tappeti rossi per la tradizionale passerella di ministri, sottosegretari, istituzioni locali e autorità varie. Routine, si dirà.

Quest'anno, tuttavia, il 57° Nautico lancia un segnale forte che arriva da Roma, viale dell'Astronomia, il salotto buono di Confindustria. Per la prima volta, infatti, sbarca a Genova il presidente degli industriali, Vincenzo Boccia. Una presenza che va a rafforzare il già solido legame Confindustria-Ucina. Ma anche un messaggio non troppo velato agli imprenditori di tutti i settori: l'unione fa la forza...

«L'industria nautica è specchio della migliore impresa italiana che coniuga tecnologia, design e bellezza - ha detto Vincenzo Boccia a il Giornale - La nostra presenza al Salone Nautico Internazionale di Genova vuole sottolineare l'attenzione e l'importanza che attribuiamo a un settore di spicco dell'industria del Paese, non solo per il contributo che fornisce alla ricchezza nazionale, ma anche per la qualità del prodotto, raffinate imbarcazioni, in grado di competere sui mercati internazionali».

Il presidente di Confindustria non lo dice proprio a chiare lettere, ma lascia intendere che le divisioni non fanno bene all'associazionismo. Che Boccia intendesse dire, senza dirlo, che l'uscita dei big della Nautica dal sindacato degli imprenditori è stata una decisione a dir poco affrettata?

«Quanto al rapporto tra Confindustria e Ucina - ha aggiunto Vincenzo Boccia - occorre ricordare che c'è sempre stata un'intensa collaborazione tra il Centro, le Categorie e il Territorio. A maggior ragione quando la questione industriale, che oggi è questione nazionale, si esprime in una Fiera che si rivolge al mondo con l'orgoglio di far parte di un apparato industriale che rappresenta la seconda manifattura d'Europa».

Genova e Ucina Confindustria Nautica, quindi, con la benedizione del capo degli imprenditori italiani, guardano al futuro con più fiducia, quello stesso futuro che qualche anno fa sembrava un miraggio nel deserto.

È arrivato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio. Arriverà anche il viceministro dell'Economia, Luigi Casero. Tacciono il ministro Carlo Calenda e il suo portaordini Ivan Scalfarotto. Volatilizzato. Niente contributi governativi alla rassegna tra le più importanti del mondo. Salvo auspicabili ripensamenti dell'ultima ora, quindi, rubinetti chiusi in faccia al made in Italy. Intanto Ucina incassa il nuovo Codice della Nautica. È già qualcosa. Ma non basta.

Del resto non c'è da stupirsi di un Paese le cui priorità sono l'introduzione nell'ordinamento legislativo del reato di propaganda fascista e lo Jus soli. Non è la sede più adeguata per polemizzare. Godiamoci questo Nautico, «squattrinato» sì, ma con tanta voglia di stupire.

Stupirà anche Carlo Calenda.

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