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Borsellino 17 anni dopo Un docufilm sulla scorta

Presentato a Palermo un filmato della Rai dedicato ai cinque uomini della scorta che morirono il 19 luglio 1992. La vedova, Agnese Borsellino: "Facevano parte della nostra famiglia e vivevano quasi in simbiosi con noi". Nuove indagini sulle stragi

Borsellino 17 anni dopo  
Un docufilm sulla scorta

Palermo - "Per me, come per mio marito, erano persone che facevano parte della nostra famiglia e vivevano quasi in simbiosi con noi, condividevamo le loro ansie, i loro progetti". Così Agnese Borsellino, la moglie del magistrato ucciso nel 1992, ricorda gli agenti della scorta, morti assieme a lui il 19 luglio di 17 anni fa. La vedova ha rotto un lungo silenzio raccontando gli ultimi giorni di Paolo Borsellino nel documentario della Rai "57 giorni a Palermo. La scorta di Borsellino", presentato all’università di Palermo. "Mio marito - ha proseguito la vedova - non credeva al 100% che la scorta lo avrebbe salvato da un attentato. Non perché dubitava della loro attenzione o professionalità, ma perchè quando avrebbero deciso di ucciderlo lo avrebbero fatto, come del resto è stato. Ogni tanto usciva da solo a comprare i giornali o le sigarette proprio per lanciare un messaggio ai suoi sicari, per indurli ad ammazzarlo quando era da solo. Ma non andò così".

Le vittime Oltre a Borsellino nell'attentato di via D'Amelio persero la vita gli agenti di scorta Agostino Catalano (caposcorta), Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Ci fu un solo sopravvissuto: Antonino Vullo.

Bomba radiocomandata L'ordigno esplose dopo che qualcuno azionò un radiocomando a distanza. Ancora oggi, però, non si conosce come venne organizzata la strage, anche se è probabile che il radiocomdando sia stato azionato dal Castello Utveggio.

Documenti inediti Alcuni documenti inediti sono stati depositati da Massimo Ciancimino ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Carte che sarebbero appartenute a suo padre Vito Ciancimino, morto nel 2002. Nei giorni scorsi Ciancimino jr aveva annunciato che avrebbe consegnato ai magistrati il cosiddetto "papello", un foglio sul quale Totò Riina avrebbe stilato una lista di richieste in favore di Cosa nostra, che sarebbe stata girata ad alcuni uomini delle istituzioni fra le stragi del 1992 di Falcone e Borsellino. Questo documento, secondo i magistrati, potrebbe essere interessante per cercare di fare luce su eventuali legami tra la mafia e parti delle istituzioni.

Sulla vicenda sarebbe stata avviata un’altra inchiesta dalle procure di Milano e Firenze, legata, in questo caso, alle stragi del 1993.

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