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Stipendi dei magistrati, botta e risposta tra governo e Anm

Renzi: "I giudici non commentino le leggi". Sabelli: "Le rispettiamo, ma possiamo criticarle"

Stipendi dei magistrati, botta e risposta tra governo e Anm

Botta e risposta tra Associazione nazionale magistrati e governo per l'ipotesi ventilate negli scorsi giorni di tagliare gli stipendi ai magistrati.

Oggi l'Anm è insorta criticando il mancato confronto a Palazzo Chigi e aveva chiesto una redistribuzione delle risorse equa, "a parità di capacità contributiva, e dunque con strumenti di natura fiscale, e non con soluzioni inaccettabili, che incidono unicamente su una parte del pubblico impiego, senza colpire gli evasori, le grandi rendite e le retribuzioni del settore privato".

"Non sono convinto dalla posizione espressa dall’Anm, rispetto il principio di separazione dei poteri, io non commento le sentenze e mi aspetto che i giudici non commentino il
processo di formazioni delle leggi che li riguardano. Commentino semmai le riforme vere e non le indiscrezioni
", ha risposto Matteo Renzi durante la conferenza stampa di presentazione del dl Irpef, "Non credo che il taglio di 70 mila euro a un alto magistrato sia un attentato alla libertà e all’indipendenza della magistratura".

Non si è fatta attendere la risposta del presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli: "Così come si possono commentare e criticare le sentenze, si possono commentare e criticare le leggi. E lo dico senza alcuna intenzione di entrare in polemica con il presidente del Consiglio, per le cui opinioni abbiamo il massimo rispetto. Del resto è un’attività tipica di una rappresentanza di categoria, qual è l’Anm, intervenire in merito a quanto incide o può incidere sullo stato economico e giuridico della categoria stessa.

E ciò vale in modo speciale per la magistratura, titolare di particolari prerogative costituzionali affermate dalla stessa Corte costituzionale che ha sottolineato il legame tra trattamento giuridico dei magistrati e indipendenza e autonomia della giurisdizione".

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