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Boxe, fallisce il sogno di Morales di essere il primo gay campione del mondo

Il filippino, soprannominato «Kid Terrible», aveva fatto outing proprio prima del match all'Hilton di Las Vegas per la corona iridata dei Gallo Wbo poi perso contro il messicano Montiel. «Penso che la mia storia sia bella per il mondo del pugilato», aveva garantito

Sarebbe stato il primo gay dichiarato a indossare la cintura di campione del mondo di pugilato. Ma un sinistro dell'avversario ha fatto svanire il suo sogno dopo poco più di due minuti dal gong del primo round. Così il filippino Ciso «Kid Terrible» Morales ha fallito ieri notte sul ring dell'hotel Hilton di Las Vegas l'assalto alla corona del il messicano Fernando Montiel, che si è confermato «re» dei Pesi gallo versione Wbo. Ma potrà rifarsi: a 22 anni gli esperti gli pronosticano un luminoso futuro. Morales era imbattuto da professionista, è la prima sconfitta da professionista, con 14 vittorie in altrettanti combattimenti. Poi il tremendo sinistro al corpo di Montiel, che ha sua volta ha ottenuto il trentesimo successo prima del limire in carriera.
Campione dell'Asia Orientale, Morales aveva fatto «outing» proprio prima del match in Nevada, rivelando la sua omossessualità senza apparentemente troppi tormenti: «La mia diversità finora - ha raccontato Morales - è stata accettata con rispetto negli ambienti dove vivo. Comunque non ne ha mai fatto uno strumento di offesa o di provocazione per altri». Il peso gallo filippino si era anche detto convinto che «la mia storia sia bella per il mondo del pugilato, in cui ci sono diversi pugili gay che non hanno mai avuto il coraggio di dichiararsi. Se conquistassi il titolo mondiale - aveva spiegato - questo aprirebbe la strada al moltiplicarsi dei casi di "outing", nella boxe e nello sport in generale, incrinando certi moralismi».
Altri casi di omosessualità nel mondo del pugilato sono stati quello del britannico Robert Newbiggin, un peso superwelter che non ha mai combattuto per titoli e ha messo insieme 3 vittorie e 12 sconfitte. Nell'estate del 2009 ha annunciato l'intenzione di sottomettersi ad un'operazione per cambiare sesso («ho sempre saputo che dentro di me prevalevano gli ormoni femminili») e che successivamente avrebbe chiesto la licenza per combattere nella boxe femminile. C'è poi il caso di Emile Griffith, «rivale storico» e amico di Nino Benvenuti, che in un libro ancora non uscito in Italia ha ammesso la propria diversità spiegando di amare «sia gli uomini che le donne». Altro pugile che ha rivelato di essere gay dopo essersi ritirato è stato il canadese Marc Leduc. Argento olimpico a Barcellona 1992 nei superleggeri, un anno dopo è passato al professionismo ma dopo appena cinque match (4 vinti ed uno perso) nel 1994 ha deciso di smettere. Nello stesso anno ha spiegato di essere omosessuale nel corso di un programma televisivo.

È morto d'infarto l'anno scorso, a 47 anni, in una sauna di Toronto.

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