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Brown sull'Irak: guerra giusta, per questo ho finanziato i nostri soldati

Anche il premier come Blair di fronte alla Commissione d'inchiesta. Ma a differenza dell'ex primo ministro si scusa per le vittime

Ha dato il mesglio di sé con le spalle al muro, dicono i commentatori inglesi. Il periodo fortunato di Gordon Brown è stato confermato ieri dalla deposizione del premier di fronte alla Commissione d'inchiesta sulla guerra in Irak. Doveva essere la giornata in cui finiva alla graticola, è stata invece un'uscita onorevole di fronte al fuoco di una commissione che prima di lui aveva avuto come testimone eccellente - eppure più impacciato - l'ex premier Tony Blair. Nel 2003 Brown era Cancelliere dello Scacchiere (ministro dell'Economia) nel governo Blair e - nonostante si vociferasse di una sua contrarietà all'invasione - ieri il primo ministro non ha esitato a dire che l'azione militare «fu la scelta giusta, per le ragioni giuste».
Quella di ieri poteva essere - e lo è stata di certo - una giornata difficile per il premier ma alla fine ber risolta. A differenza di quanto fatto da Blair che non si era scusato per le conseguenze della guerra, Brown ha reso omaggio ai caduti e ai feriti militari e alle vittime civili della guerra. Poi ha ricordato che l'Irak aveva violato numerose risoluzioni dell'Onu e che per lui questo, e non l'asserita presenza di armi di distruzione di massa (che poi si rivelarono inesistenti) fu il motivo che rese ineluttabile l'azione militare. Ma ha aggiunto: «Nessuno vuole andare alla guerra, nessuno vuole vedere innocenti che muoiono, o mettere a rischio le proprie truppe. Andare alla guerra è la decisione più pesante. Noi volevamo che la strada diplomatica avesse successo. Io l'ho sperato fino all'ultimo minuto, fino all'ultimo weekend prima delle guerra, e tutto il Paese lo sperava».
Uno dei punti critici dell'audizione del premier erano i fondi per la guerra: in molti, negli ultimi anni e in questi ultimi mesi hanno detto che egli strinse troppo i cordoni della borsa, causando lacune nell'equipaggiamento delle truppe e nella fornitura di mezzi. «Io assicurai Blair già nell'estate 2002 che l'azione militare non sarebbe stata bloccata per una questione di costi - ha sottolineato -. Dissi che ogni richiesta delle Forze armate doveva essere accolta e ogni richiesta fu accolta». L'intera operazione Iraq, ha ricordato, è costata attorno agli 8 miliardi di sterline.
Brown ha avuto qualche momento di difficoltà solo quando l'ex diplomatico Sir Roderic Lyne gli ha chiesto quanto fosse informato sugli scambi tra Blair e l'allora presidente Usa George W. Bush: «Non conosco con esattezza le conversazioni che ci furono tra Tony Blair e George Bush, e non credo che si possa aspettare diversamente», ha detto. Poi la precisazione: «Il mio ruolo era di non interferire con complessi negoziati diplomatici.

Ma ero pienamente informato, con tutte le informazioni che mi servivano per prendere le mie decisioni».

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