Cultura e Spettacoli

Bruno Vespa: «Muti c’è e le scelte sono sue»

Si tingerà d’azzurro, per via del colore scelto per la campagna promozionale, il cartellone della stagione 2010-2011 dell’Opera di Roma, presentata ieri nel corso di una conferenza stampa, in un clima che definire, invece, rosso fuoco non è esagerato.
La stagione, che si inaugura il prossimo 3 dicembre con Moise et Pharaon di Gioacchino Rossini, direttore Riccardo Muti, regista Pier’Alli, avrà otto titoli in tutto - uno più della passata stagione - e si propone di ripercorrere la storia del melodramma fino ai nostri giorni.
Per Muti, a marzo, un secondo titolo, Nabucco, in occasione di 150 anni dell’Unità d’Italia (negli stessi giorni il maestro dirigerà anche un concerto nell’Aula del Parlamento, per l’avvio ufficiale delle celebrazioni). Riccardo Muti, dunque, gloria e fiore all’occhiello delle ultime due stagioni romane ma nel medesimo tempo, pietra dello scandalo e causa di roventi botta e risposta nel corso della conferenza stampa. Insomma Muti viene o non viene a Roma con un incarico che va ben oltre le due opere ed il paio di concerti previsti? A Bruno Vespa, vicepresidente del teatro, l’onere di rispondere al fuoco di fila delle domande. «In questi giorni molti hanno remato contro ma si rassegnino: Muti c’è, e tutto il cartellone reca il suo sigillo. Negli incarichi artistici del teatro, abbiamo nominato persone che lui conosce o godono della sua stima. Ha, inoltre, presieduto le commissioni di concorso per l’orchestra - sempre gratuitamente, è bene dirlo, per smentire le voci delle sue richieste economiche giudicate esorbitanti. Dunque, di fatto, Muti è già all’Opera di Roma; se non l’ha scritto ancora sul bigliettino da visita, è ininfluente». Incalzato ancora dai giornalisti: ma lo scriverà in futuro? «Muti sta lavorando con la direzione artistica anche alle prossime stagioni. Si sta impegnando con Vlad per il 2012 e buttando un occhio al 2013. E tanto basta», è stata la risposta di Vespa.
Accanto a Muti, sono presenti in stagione ottimi direttori (Bruno Bartoletti, James Conlon, Fabio Luisi, Jesus Lopez Cobos, Pinchas Steinberg) e rinomati registi (oltre Zeffirelli per la sempre attesa Bohème; Ruggero Cappuccio, Graham Vick, Gabriele Lavia, Nikolaus Nehnhoff, Jean Paul Scarpitta). Otto i titoli in programma: L’Elisir d’amore di Donizetti, Il ratto dal serraglio di Mozart, La battaglia di Legnano di Verdi, Elektra di Strauss oltre Moise et Pharaon, Nabucco e Bohème, e con la novità Uno sguardo dal ponte, testo e libretto di Arthur Miller, musica dell’americano William Bolcom. C’è anche il balletto: una quarantina di recite con coreografie classiche e moderne.

È stato infine annunciato il nuovo direttore del corpo di ballo (Micha van Hoecke) che sostituisce Carla Fracci e del maestro del coro (Roberto Gabbiani, alla Scala all’epoca Muti).

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