Cronaca locale

«Buttafuoco» da assaggio in via Mercanti

Giorgio Scaglia

C’è la storia di una tradizione viva da sempre in Oltrepò Pavese, il lavoro di un pugno di appassionati produttori che hanno deciso di fare un grande vino, ma soprattutto la passione che ha portato a creare un club esclusivo, dove si entra rispettando soltanto regole rigidissime. Tutto questo e molto altro è il Buttafuoco Storico. Più che un vino, un modo di interpretare l’arte enoica.
Prodotto da sempre in due valli dell’Oltrepò Pavese, il Buttafuoco da dieci anni è diventato un vino d’autore, con la creazione di un Club del Buttafuoco Storico che si è trasformato in consorzio. Il suo compito è sovrintendere, a tutela del buon bere, a tutte le fasi della coltivazione e vinificazione. Le sue «sentenze« sul valore dell’annata diventano «marchi a fuoco» impressi sulle bottiglie, numerate e messe in commercio soltanto dopo 12 mesi di affinamento in botte e non prima di tre anni dalla pigiatura.
Il Buttafuoco Storico sbarca a Milano e torna a presentarsi al pubblico esigente della nostra città. Lo fa in abbinamento ai salumi dell’Oltrepò e alla celebre micca di Stradella, il pane tipico dell’Oltrepò orientale in procinto a sua volta di diventare Dop. L’appuntamento è oggi, dalle 17 alle 20,30, al palazzo dei Giureconsulti, in via Mercanti 2, dove è allestito un grande banco di assaggio con le ultime annate a disposizione degli invitati.
Vino maestoso, che sa di nebbia e di terra, il Buttafuoco Storico nasce da un sapiente mix di uvaggi locali: barbera, croatina, vespolina e uva rara. Lo versi e un fuoco forte ma privo di aggressività scende a scaldare nel contempo gola e cuore, come la fiamma del camino di casa. Grande vino da invecchiamento, dà il meglio abbinato a bolliti e stracotti ma è grande anche con i salumi cotti e crudi del territorio lombardo.

Raro e prezioso, prodotto in zona e quantitativi limitati rappresenta, in queste sere d’inverno, un vero sorso di felicità.

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