Buzzetti: «Fari puntati sul Piano Città per uno sviluppo sostenibile del comparto»

Buzzetti: «Fari puntati sul Piano Città per uno sviluppo sostenibile del comparto»

«Se vogliamo che il nostro sia finalmente un Paese moderno, capace di garantire ai suoi cittadini una qualità della vita e un futuro migliori, c'è una sfida che non possiamo più permetterci di rimandare, quella della riqualificazione del nostro patrimonio edilizio». Così Paolo Buzzetti sulle pagine del nuovo Architettura-Speciale Progetti & Costruzioni. Il presidente dell'Associazione nazionale costruttori edili prende in esame le prospettive di un patrimonio che, per buona parte, ha più di 40 anni, se solo pensiamo che ben 10 milioni di abitazioni sono state realizzate prima del 1971. Si tratta di quasi il 37 per cento del totale, che diventa oltre il 50 considerando le più grandi città. «Stiamo parlando, per giunta, di un parco di edifici particolarmente “energivoro”, visto che l'entrata in vigore dei primi provvedimenti sull'efficienza energetica risale al 1976», spiega Buzzetti. Non stupisce, quindi, che oltre il 35% dell'energia impiegata in Italia è quella consumata dalle case: un volume equivalente a 46,9 milioni di tonnellate di petrolio.
«Qualità della vita sempre più bassa, spreco di energia e di risorse sono l'esatto contrario di quello sviluppo sostenibile che invece vogliamo promuovere e raggiungere a livello ambientale, economico e sociale, per noi e per le generazioni future. Infrastrutture di qualità, realizzate in tempi giusti e a costi contenuti, edifici di classe energetica elevata e con riconosciuta valenza sociale, città vivibili e inclusive. Sono queste, a nostro avviso, le condizioni in grado di stimolare l'economia e di porre le basi per una crescita sostenibile nel medio-lungo periodo».
Proprio in quest'ottica si inserisce il «Piano città», una scommessa fondamentale per riqualificare i centri urbani, recuperando periferie e aree degradate. «Rinnovare il patrimonio edilizio italiano senza consumare nuovo suolo ma con interventi che abbiano come punto di forza l'elevata qualità dei progetti e delle tecniche costruttive, l'attenzione per l'efficienza energetica e la sostenibilità ambientale, rendere fattibili interventi di sostituzione, come già da tempo avviene in altri paesi europei. Sono questi i principi che rendono questo grande progetto un cambiamento epocale che speriamo possa concretizzarsi anche grazie a semplificazioni normative e incentivi fiscali che siano capaci di attrarre i capitali privati».
Secondo Buzzetti la rigenerazione urbana è un nodo essenziale per il nostro futuro. «Sotto il profilo economico, perché il settore delle costruzioni rappresenta un motore formidabile per la ripresa dell'economia e dell'occupazione. Sotto il profilo sociale, perché il recupero urbanistico rappresenta il punto di partenza per il superamento di situazioni di degrado e marginalizzazione. E, non ultimo, sotto quello ambientale, perché gli interventi di adeguamento strutturale e impiantistico improntati su criteri di sostenibilità e sicurezza contribuiscono alla riduzione di consumi e emissioni.

Ed è con tali convinzioni che vogliamo costruire un modello di sviluppo sostenibile, per lasciare a chi verrà dopo noi luoghi dove poter lavorare e vivere bene».

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