Politica

C’è una «Carla Bruni» del Nord che ha stregato la Svezia

Essere raccomandati in Svezia è peccato mortale. Anna Maria Corazza, poi, è dal 1998 moglie dell'ex premier, leader del partito moderato e attuale ministro degli Esteri Carl Bildt. E italiana, per giunta.
Quando l'anno scorso ha deciso di entrare in politica e di presentarsi alle elezioni europee, ha dovuto faticare per farsi perdonare quel peccato. Il suo nome era in lista al posto numero 8 e gli eletti dovevano essere 4, forse 5.
Ma, con una scelta anomala, la battagliera Corazza ha deciso di fare lo stesso campagna elettorale. Come un vortice ha invaso il paese con la sua chioma bionda e il suo fare risoluto, dai manifesti per strada ai giornali, alla tv, alla radio e internet, utilizzando soprattutto Facebook. «Sapevo di dover lavorare il doppio degli altri - racconta- e mi sono rivolta direttamente al popolo svedese».
Un popolo molto attento all’ambiente, ma poco interessato alla cucina. Però, la candidata numero 8 ha scelto come cavallo di battaglia il cibo e la sicurezza alimentare. L'ha fatto con «italian style» e rigore tutto svedese.
Classe '63, nata a Roma dalla famiglia emiliana proprietaria delle Terme di Tabiano, Anna Maria ha puntato sul mangiar sano e sui prodotti tipici della sua terra, dal parmigiano al prosciutto, all’aceto balsamico, facendo un pellegrinaggio capillare per supermarket e centri commerciali. Ha raccontato del figlio Gustav (6 anni) e della sua allergia alle arachidi che l'ha obbligata a fare attenzione alle etichette dei cibi. Ha parlato di corretta informazione, controlli alimentari e lotta alle sofisticazioni.
Contro tutte le previsioni, Anna Maria è risultata seconda tra i 5 eletti del partito con 86 mila preferenze, mentre le favorite Ibrisagic e Haby si fermavano a 20 mila. La «moglie del ministro», come la chiamavano con accento polemico, si è fatta conoscere per quel che vale personalmente. E chi l'aveva paragonata a Carla Bruni ha incominciato a dire che la Corazza aveva fatto ben più della signora Sarkozy, facendosi eleggere grazie al carattere e all'intelligenza e non grazie al nome Bildt.
«É stata una bella vittoria - racconta, ancora emozionata -, a furor di popolo. Ho parlato delle cose che conosco bene e la gente mi ha capita. La mia famiglia ha un'azienda agricola e io sono cresciuta in fattoria, tra le mucche e i maiali. Arrivata a Stoccolma ho creato un sito internet sulla gatronomia italiana e due piccole società per diffondere i nostri prodotti alimentari. Ho scritto anche un libro nel 2002 , Da Parma con amore, che in Svezia è diventato un best seller. Di che cosa potevo occuparmi a Bruxelles se non di cibo? D'altronde, è collegato alle 4 grandi malattie moderne: tumore, infarto, diabete, obesità, E il cibo può uccidere, come in certe allergie».
A marzo scorso il presidente della Repubblica Napolitano l'ha decorata Grande Ufficiale, come ambasciatrice del cibo italiano all'estero. Ed è stata prescelta per accompagnare i Reali svedesi nella visita di Stato in Italia. Ad aprile era a Cernobbio. invitata dall'Aspen Institute tra i «protagonisti italiani nel mondo». A giugno ha ottenuto la sua prima vittoria, quando l'Europarlamento ha approvato le nuove norme che cambieranno le etichette degli alimenti: ben evidenti sulla parte anteriore, molto più chiare e comprensibili, senza semafori rossi o verdi solo in base ai grassi, che avrebbero ingiustamente penalizzato salumi o formaggi italiani.
«Madame Parmigiano», come l'avevano soprannominata, non si è sempre occupata di cibo. Per capire di che tempra è fatta bisogna sapere che Bildt l'ha conosciuto e sposato nella Sarajevo dilaniata dalla guerra. Dopo la laurea in Scienze politiche alla Sapienza di Roma e la specializzazione in Usa ha lavorato con il ministero degli Esteri, l'Ocse, l'Unesco, la Banca mondiale. Poi l'Onu, che dal '92 l'ha inviata in Serbia per 2 anni, in Croazia per altri 2 e in Bosnia per ancora 2. Proprio lì Anna Maria Corazza diventa la signora Bildt.
Nessuno l'accusa di frivolezza se, promuovendo a Stoccolma le eccellenze italiane, sfoggia un bell'abito di moda. «Amo i tailleur di Emporio Armani per le occasioni di lavoro - spiega-, come Max Mara e Luisa Spagnoli. E Valentino, per la sera. Nelle cerimonie cerco di alternare moda italiana e svedese.

Per l’appuntamento più importante, la consegna dei Nobel, il 10 dicembre scorso, ho sfoggiato un modello di Alberta Ferretti».

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