Sanremo 2010

C’è da scommetterci: il principe bocciato ripescato col televoto

Controverso anche in politica: Emanuele Filiberto ha raccolto il plauso del Pd e le critiche di FareFuturo

C’è da scommetterci:  il principe bocciato ripescato col televoto

Sanremo - Allora lui arriva quasi spavaldo, cammina a testa alta e dire che qui a Sanremo lo stanno massacrando. Emanuele Filiberto di Savoia, che poi s’è beccato anche il tapiro d’oro, è il bersaglio numero uno delle critiche. Il principe cerca voce. Avanti Savoia, quella è la porta dell’Ariston. Lo chiedono. Lo implorano. Lo stroncano. In fondo, Italia amore mio, la canzone che ha cantato (ed eliminata in tempo reale dalla giuria demoscopica in sala) ha ottenuto l’effetto voluto: ha diviso il pubblico. In curva sud c’è chi la boccia senza se e senza ma, qualcuno ha persino scritto che quel brano è «umorismo involontario». Morgan, che non ha mai mezze misure, ha messo «la testa sotto il cuscino». Ma al principe importa poco. Ieri ha replicato con il suo vocione impostato: «Spero che Morgan, che è in crisi psichica, sotto il cuscino sia stato egualmente comodo». E poi si è rivolto alla curva nord, quella dei tifosi, confermando che grazie alla sua partecipazione al Festival «finalmente mi sento al cento per cento italiano». E in sala stampa qualcuno ha applaudito.
Le tifoserie si sono allargate. Al Dopofestival organizzato dal Pd per YouDem in un desolato capannone di fianco alla stazione di Sanremo, il suo arrivo con Pupo e il tenore Luca Canonici è stato salutato neppure fosse quello di una rockstar. E nel sondaggio «Vota la coppia» lanciato sempre da YouDem, il trio è stato abbinato a Massimo D’Alema, proprio lui, ed è in testa con il venti per cento e rotti dei voti. Dall’altra parte, Farefuturo, la fondazione che è il braccio opinionista di Gianfranco Fini, ha usato un linguaggio stile comunicato delle bierre: «Nemmeno a Sanremo c’è posto per la destra nazional-monarco-trombonesca di Pupo e del giovane Savoia». E poi ha aggiunto un insopportabile «forse perché, in fondo in fondo, questo è un paese normale». Insomma, è normale perché una giuria ha temporaneamente eliminato un trio da una gara canora. Siamo alla Linea Gotica: o di qua o di là.

In mezzo ci sta lui, reo confesso di fugace tossicodipendenza ma molto più colpevole perché ha vinto Ballando con le stelle, e ora senza chinare il capo conferma che a lui «il brano piace» e non crede neanche di essersela «cavata così male come cantante». Però poi precisa, tanto per mettere in chiaro le cose: «Non sono un cantante, non sono venuto a Sanremo come cantante e non farò il cantante». Chiaro no? A dire il vero, s’era capito. Però sta a vedere che il principe con annessi e connessi (Pupo e tenore) oggi sarà ripescato e domani si porterà sul palco anche l’allenatore della Nazionale Lippi. Il televoto, si sa, è sempre stata la loro speranza, altro che giuria demoscopica. E da stasera sarà decisivo. Per di più un sondaggio di Rairadiouno ha confermato che il 51 per cento degli ascoltatori vuole riportare in gara il trio «nazional monarco trombonesco» anche se la canzone «è umorismo involontario».

Insomma, comunque vada, ci sarà da ridere.

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