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Calabria, nuova morte sospetta in ospedale

CosenzaUn'altra morte sospetta in ospedale in Calabria. La Procura ha aperto un’inchiesta sul decesso avvenuto all’Annunziata, la notte tra martedì e mercoledì scorsi, di una ragazza di 13 anni, Maria Serrano, originaria di Rossano, nell’alto Jonio cosentino. Ad accertare se si tratta nuovamente di un caso di malasanità, saranno i magistrati di Cosenza con in testa il Procuratore Capo Dario Granieri ed il suo sostituto Giuseppe Cozzolino. A loro, infatti, si sono rivolti i genitori della ragazzina dopo aver superato un primo momento di choc.
Da una decina di giorni, Maria stava male: tosse, febbre, stanchezza. Il medico curante aveva consigliato il ricovero in ospedale. La scelta era caduta sul nosocomio del paese, lo “Giannettasio” di Rossano. Qui a Maria, che da quattro anni conviveva col diabete e con le quotidiane iniezioni di insulina, viene diagnosticata una broncopolmonite. La degenza dura circa una settimana, secondo il racconto che il padre della giovane, Franco Serrano, ha reso al luogotenente Piscioneri della sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri della procura di Cosenza. Giornate tranquille, le cure sembrano fare effetto. Ma poi, all’improvviso, qualcosa cambia. Al papà i medici parlano di complicazioni che li inducono a trasferire Maria dal reparto di pediatria a quello di rianimazione.
Per nulla tranquilli, davanti all’aggravarsi della situazione, i genitori sollecitano il trasferimento in ambulanza della ragazza al meglio attrezzato ospedale “Annunziata” del capoluogo cosentino. Qui, le condizioni già critiche precipitano fino al decesso, che potrebbe essere stato causato da un'emorragia polmonare per la rottura di un'aorta. Ma sarà l'esame autoptico, effettuato nella giornata di ieri, a fare luce sulla morte di Maria. I suoi familiari, infatti, vogliono che la magistratura accerti se i sanitari di Rossano e dell'Annunziata hanno operato correttamente.
Ieri mattina il procuratore capo di Cosenza, Dario Granieri, si è limitato a commentare: «Credo che ancora sia troppo presto per esprimere giudizi. Bisogna aspettare i riultati dell'autopsia, ma mi sento di escludere responsabilità per quanto riguarda il nosocomio cosentino». Intanto, la Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori sanitari ha chiesto al presidente della Regione Calabria con deleghe alla Sanità, Giuseppe Scopelliti, una relazione sulla morte della tredicenne.
Solo quattro giorni fa, la Commissione era intervenuta in Calabria per il caso della neonata morta nello stesso Ospedale di Rossano, dopo un drammatico trasporto della mamma dall’ Ospedale di Trebisacce. Storie quotidiane di pazienti costretti a correre da un angolo all’altro della regione per essere curati nell’ospedale “giusto”, quello col reparto che serve funzionante e con le attrezzature adeguate. Sbagliare direzione vuol dire rischiare la vita. Al settimo mese di gravidanza e colpita da forti dolori addominali, la giovane mamma di Amendolara aveva raggiunto l’ospedale più vicino casa, quello di Trebisacce. Qui, però, il reparto di ostetricia e ginecologia è chiuso da un anno per gravissime carenze igienico-sanitarie e quello sfortunato giorno mancava pure un’ambulanza che trasportasse d’urgenza la donna nell’Ospedale di Rossano, dove poteva essere eseguito il parto cesareo per il distacco della placenta.

E così, dopo una disperata quanto inutile corsa in auto di oltre un’ora, la donna ha dato alla luce la bimba che è morta poco dopo, mentre stava per essere trasportata in eliambulanza nella neonatologia di Cosenza.

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