Elezioni Amministrative 2010

Caldoro travolge De Luca: la sinistra chiude male quindici anni di "viceré"

Il candidato del centrodestra festeggiato con bandiere e cortei: "Un risultato storico, abbiamo raccolto la voglia di riscatto. Le amministrazioni precedenti hanno completamente fallito sui rifiuti e sulla sanità"

Caldoro travolge De Luca: la sinistra chiude male quindici anni di "viceré"

nostro inviato a Napoli

Sfrattato dopo quasi un ventennio, il viceré si gode forse, chissà, una piccola vendetta postuma: altro che testa a testa, Stefano Caldoro vince con distacco, e Vincenzo De Luca, l’anti-Bassolino messo in pista dal centrosinistra, arriva a al 43,8 per cento. Un vero flop: «lo sceriffo di Salerno», almeno secondo i primi dati, viene superato pure nella sua città. E c’è subito chi sospetta che a De Luca siano mancati anche i voti del governatore uscente.

Clacson, cortei, bandiere, euforia. Si brinda nei saloni dell’hotel Mediterraneo, quartier generale del comitato elettorale di Caldoro. Il nuovo governatore arriva alle otto di sera con un sorrisone tra le orecchie. «Abbiamo raggiunto un risultato storico - dice -, dando prova di grande solidità e serietà. Dopo oltre 15 anni, c’è bisogno di cambiare». Pesa ovviamente sul risultato l’onda lunga della munnezza, i buchi nel bilancio, il riflusso anti-bassoliniano che era ormai un sentimento dilagante nel Golfo. Caldoro annuisce. «Sì, tutto questo è vero - spiega -, non c’è dubbio che il cattivo governo dell’ultimo quindicennio abbia influito. Qui in Campania c’è una voglia di riscatto che noi abbiamo raccolto. Adesso, con senso di responsabilità, cercheremo di combinare qualcosa di buono per la Campania».

Stupito dal distacco inflitto a De Luca? Ha pagato il basso profilo scelto durante la campagna? «È stata premiata la politica del fare».
Da domani al lavoro. Caldoro però non svela la sua agenda. «Innanzitutto voglio rivolgere un pensiero al presidente Napolitano, che un cittadino della nostra terra. Quanto al programma, non c’è un punto in particolare dal quale cominciare. La Campania ha bisogno che ci si impegni da subito su tutti i fronti aperti. Le questioni aperte sono tantissime». Due cose sono però sotto gli occhi di tutti: «I due temi sui quali credo il centrosinistra abbia completamente fallito sono i rifiuti e la sanità. Ritengo che queste siano le due fotografie più evidenti del disastro della precedente amministrazione». Quanto alla giunta e alle divisioni interne del Pdl, precisa, «ho piena autonomia e non ci sarà alcun balletto».

Ma ancora meglio di Caldoro vanno le liste del centrodestra: Pdl al 31,6, Udc sopra l’undici, Mpa-Psi al cinque e mezzo, Udeur 3,7, le altre cinque. Fa festa Nicola Cosentino, sottosegretario all’Economia e coordinatore regionale del Popolo delle libertà: «Si conferma la voglia di cambiamento dei cittadini campani, come si era registrato anche alle provinciali dell’anno scorso. È il frutto dello straordinario lavoro che abbiamo fatto. Un centrosinistra, privo di argomenti per giustificare il fallimento di questo quindicennio, ha spostato il confronto dai reali che interessano alla gente a uno scontro personale, anche sgarbatamente». Ma non è servito. «Infatti - commenta Cosentino -. Gli elettori hanno ben presente i disastri della passata amministrazione. L’immagine indelebile dei rifiuti per strada è rimasta nella mente di tutti».

Due mandati da sindaco, poi due da presidente della Regione. Finisce così, dopo 16 anni, l’era bassoliniana. Esulta Enzo Rivellini, per tanti anni consigliere di opposizione per An. Marcello Taglialatela, deputato pdl, quasi non crede alle cifre: «Avevo scommesso su una forbice di vantaggio di dieci punti per Caldoro, invece siamo andati molto oltre. La demagogia con la quale De Luca ha condotto la campagna elettorale è stata severamente punita dalla gente».

Facce lunghe al Parker’s, quartier generale del centrosinistra. «È stata una campagna elettorale a tv spente - si lamenta Enzo Amendola, coordinatore del Pd in Campania -. C’è stato poco dibattito, poca informazione. E sono preoccupato per l’astensionismo. La gente comincia a diffidare della politica».

Più sportivo Nello Formisano, responsabile dell’Idv: «Gli elettori hanno sempre ragione, anche quando ci danno torto».

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