Cultura e Spettacoli

Il Califfo ci ripensa: non voglio soldi mi basta una capanna e Sanremo...

Franco Califano cambia idea: nessun ricorso al sussidio Bacchelli, gli basta una capanna. E poi: "Voglio andare a Sanremo"

Il Califfo ci ripensa: non voglio soldi 
mi basta una capanna e Sanremo...

Roma - Da Messeguè al presidente della Regione Lazio, avevano risposto tutti all'appello del Califfo. Ma era solo uno scherzo o una delle sue affermazioni sibilline. Sarà noia o sarà gioia, ora sembra aver cambiato idea. Nessun ricorso al sussidio Bacchelli, "Qui c’è un equivoco - ha spiegato - che bisogna chiarire una volta per tutte. Io non voglio soldi, neanche una lira, se mi arriverà una lira sul comodino che non è mia, la restituirò o la darò a chi guadagna meno di me. La mia è solo una richiesta di una capanna per quando sarò vecchio e non ce la farò più a stare in piedi".

Festival di Sanremo "Io ho scritto una canzone con Mario Lavezzi, ma non so se Lavezzi vuole partecipare al Festival di Sanremo, io ho scritto il testo e lui la musica. Io ho intenzione di presentarla, lui penso di sì ma non ne ho ancora la certezza". Lo ha detto oggi Franco Califano, intervenuto in diretta telefonica alla trasmissione radiofonica Attenti a Pupo, in onda su RadioUno.

L'appello di ieri Franco Califano aveva lanciato un grido d'aiuto dalle colonne del Corriere. Sono rimasto senza un soldo, aveva detto, e sono pure volato giù dalla scale rompendomi delle costole e non posso più fare serate su e giù per l'Italia per raggranellare qualcosa. Poco importa che poi, nel pomeriggio, l'avvocato avesse smentito le parole del suo assistito, licenziando tutto come frutto di una brutta crisi depressiva: "Non è povero, è solo triste e preoccupato". Il declino del Califfo, l'eterno playboy, l'anarchico e irriverente aveva finito per elemosinare la legge Bacchelli, quel cavillo che prevede un vitalizio per gli artisti al verde. Non ce n'è stato bisogno, non sarà certo una leggina a salvare il Califfo ma, come nella migliore delle favole, ancora una volta una donna: Renata Polverini. E lui ricambia a modo suo, con quella ruvidità capitolina da uomo vissuto: "La presidente è grande, una vera gnocca". Poi, ridiventando serio ha aggiunto: "È bellissima, scriverò una canzone per lei. Già essere qua è un obiettivo raggiunto, vedremo cosa succederà". Fascino inossidabile.

La presidente e il Califfo Più che un aiuto economico, la possibilità di fargli esercitare il suo lavoro, che è quello di cantare, la sua vita: così la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha teso una mano al cantautore. Ieri la governatrice aveva detto di essere disponibile a offrire un aiuto e oggi ha incontrato Califano nella sede della giunta regionale. Circa un'ora di "confessione" come l'ha definita la presidente dal cui incontro l'artista è uscito commosso e con gli occhi lucidi. "Lui - ha aggiunto Polverini - ha fatto la storia della musica italiana. Mi ha chiesto se fossi cresciuta con le sue canzoni. Chi non lo ha fatto?". Eppure la richiesta di aiuto di Califano, che dai diritti d'autore riceve comunque 20 mila euro l'anno, ha fatto storcere più di un naso. Critiche che però Califano respinge: "A me non interessa il sussidio - ha detto con voce tremante - a me interessa una capanna dove potermi rifugiare la sera. Da mangiare me lo trovo per strada". "Per una persona con una così grande visibilità - ha aggiunto ancora la Polverini - è già una forte umiliazione dovere ammettere di essere in difficoltà. Credo che chi si rammarichi perchè un'istituzione si è mostrata disponibile debba ricordarsi che questo è un paese solidale".

Bondi apre alla Bacchelli Il ministro Sandro Bondi, infatti, come ha ricordato il senatore Pdl, Domenico Gramazio, che dal primo momento ha patrocinato la causa di Califano, ha già dato disposizione di avviare l'iter per ottenere i benefici della Bacchelli.

Ma a Califano che pure ha ammesso "di avere fatto tantissimi errori" ciò che interessa di più "continuare a cantare". 

 

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