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Campana attacca:«Sciopero dei milionari? Demagogia becera»

Il presidente del sindacato calciatori spiega le ragioni delle richieste dei"nababbi". Moratti bacchetta:«Vano sopra le righe». Beretta, presidente della Lega di A:«Certe forzature non aiutano»

Scende in campo Campana, presidente dell'Assocalciatori. Ormai un po' datato, anche negli interventi. Ma davanti alla parola sciopero, doveva farci sapere la sua. «Quarant'anni fa quando lo sciopero lo proclamarono Rivera e Mazzola si parlava di sciopero dei nababbi. Ora di quello dei milionari. È una demagogia becera, inopportuna, mi dispiace che vi sia incappato anche il presidente della Lega Beretta». Lo ha detto prima della riunione tra le parti per trovare l'accordo ed evitare lo sciopero proclamato dai giocatori il 25 settembre, a causa del mancato rinnovo del contratto di categoria. «Noi siamo l'unico sindacato che non fa richieste di tipo economico - ha aggiunto l'avvocato Campana - i nostri giocatori si sono messi al servizio di tutti gli altri per garantirne la maggiore tutela».
Fa marcia indietro Moratti, dopo il possibilismo di qualche giorno fa. «Lo sciopero? Credevo che fosse una cosa a difesa dei diritti dei calciatori delle serie minori, cosi non è. E allora, forse, questo sciopero rimane un po' sopra la linea». Il sindacato di categoria protesta contro la bozza del nuovo accordo collettivo elaborata dalla Lega di Serie A. «Al di là di tutto uno nella vita pensa di avere dei diritti, giustamente e cerca di difenderli. Credo che comunque ci sia molto spazio per trovare un accordo prima di quella data», dice Moratti.
Per il momento ha tirato le conclusioni il presidente della Lega di A, Beretta. «Abbiamo iniziato una fase del tutto ricognitiva, si stanno cominciando ad approfondire i punti e questo è un elemento positivo, ma da qui ad entrare nel merito di soluzioni positive ce ne corre, abbiamo appena iniziato». Beretta ha ribadito le sue dure critiche nei confronti dello sciopero, scelta ritenuta «una forzatura molto brutta che non depone bene sulla volontà dei giocatori di arrivare ad un accordo».
Beretta è poi entrato nel merito dei punti più ostici sui quali trovare un accordo con l'Aic: «Sono due in particolare: il primo è quello che noi dobbiamo garantire il futuro della sostenibilità del calcio italiano, la Uefa non consentirà di prendere parte alle competizioni se non c'è equilibrio economico nelle società, questo potrebbe dare problemi agli stessi calciatori. Il secondo punto -ha concluso il presidente della Lega Serie A- è che non dobbiamo contrabbandare quello che non è, stiamo ragionando su delle regole per i giocatori di serie A, circa 650 calciatori retribuiti come sappiamo, non di tutte le categorie.

La pretesa di costruire un vestito che possa andare bene anche ai dilettanti è sbagliata».

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