Roma

Campidoglio, la sfida alla sinistra si chiama Gianni Alemanno

Definitivamente sciolte le riserve: sarà Gianni Alemanno a sfidare Francesco Rutelli nella corsa al Campidoglio. L’ex ministro delle Politiche agricole ha vinto il duello con il suo collega di partito Maurizio Gasparri. La decisione, presa all’ora di pranzo dopo un intenso valzer di contatti tra gli alleati del Pdl, verrà ufficializzata solo oggi pomeriggio. A determinare la scelta, dei sondaggi dall’esito a senso unico: sarà lui ad avere più chance di battere Rutelli. L’ex ministro ed ex sfidante di Veltroni alle elezioni comunali del 2006 risulterebbe il più forte. Più di Maurizio Gasparri che pure sabato sera era dato come favorito dal toto-candidati interno. Forse proprio per questo l’interessato invitava alla cautela sottolineando che nulla era ancora deciso. L’annuncio ufficiale dei due candidati del Popolo della libertà per Comune e Provincia (dove già è noto che sarà l’esponente di Fi Alfredo Antoniozzi), avverrà oggi pomeriggio alle 17. Con uno slittamento di qualche ora rispetto alle 12, orario precedentemente previsto. Un modo per prendersi tutto il tempo possibile. Sono infatti ormai giorni che il Pdl romano è alla ricerca dell’anti-Rutelli. «Siamo molto avanti nei colloqui e credo che arriveremo presto ad una soluzione», aveva assicurato a inizio giornata il leader Silvio Berlusconi.
Alla scelta finale di Alemanno ci si è arrivati dopo un’altra giornata di trattative e mediazioni per niente facili. Il tutto era cominciato sabato pomeriggio quando Berlusconi recandosi ad una iniziativa promossa da Forza Italia aveva tutte le intenzioni di annunciare la candidatura di Gasparri. Ma poi non l’ha fatto perché mancava il sì definitivo. «Non sono in competizione con nessuno, sono stato chiamato - spiega l’ex ministro delle Comunicazioni - prima da Fini, poi da Berlusconi e ho dato la mia disponibilità alla candidatura. Sono stato onorato di essere chiamato dai due leader della coalizione. Se a Gianni va di candidarsi, se lui è disposto, non c’è disaccordo, va bene così».
Poi ieri le cose sono cambiate. Sarebbe intervenuto direttamente Gianfranco Fini per cercare di trovare una soluzione invitando Gasparri e Alemanno a confrontarsi definitivamente. Il primo avrebbe ribadito di non scalpitare per questa sfida e che comunque si è reso disponibile solo dopo l’insistenza del Cavaliere e i passi indietro compiuti dagli altri esponenti di An. C’è anche chi, vicino agli ambienti di An, spiega che Gasparri avrebbe chiesto a Berlusconi precise condizioni prima di concedere il suo sì. Come per esempio quella di stoppare la candidatura del leader della Destra Francesco Storace, anche lui in corsa per il Campidoglio. Una richiesta un po’ difficile da realizzare, comportando la riapertura della «questione alleanza» con la Destra.
Nel pomeriggio Alemanno è tornato in campo. Le perplessità iniziali su questo nome erano legate al fatto che in primis, come lui stesso ha ricordato, c’è il precedente del 2006 quando fu candidato al Campidoglio per la Cdl e sconfitto da Walter Veltroni al primo turno con il 31,7 per cento dei voti. Ma dalla sua, secondo quanto raccontano da via della Scrofa, c’erano alcuni sondaggi che vedevano i consensi per Alemanno superiori a quelli che avrebbe potuto raccogliere Gasparri.
Non appena il nome di Alemanno ha cominciato a rimbalzare negli ambienti della politica locale come possibile sfidante a Rutelli, sono arrivate anche le prime reazioni. A cominciare dal portavoce romano de La destra, Fabio Sabbatani Schiuma, che incalza: «I romani hanno bisogno di un sindaco vero, che faccia il suo dovere e che pensi a Roma non come un trampolino per la presidenze del consiglio o come merce da barattare per futuri ministeri. Storace ha molte più possibilità di Alemanno di battere Rutelli».

Un attacco a cui replica il senatore di An Domenico Gramazio: «Ritengo che quella di Alemanno sia una candidatura forte».

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