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Di Canio incendia il derby di Roma «Che bell’arbitro»

Il laziale contro Trefoloni: «Non ci piacciono i “cappottini” preparati» Oggi in 10mila a Trigoria per caricare i giallorossi. Il questore: «Striscioni nazi? Non si comincia»

Fabrizio Aspri

da Roma

Doveva essere il suo derby. E invece Totti, indossati a malincuore i panni del capitano non-giocatore, se lo dovrà godere a bordo campo, a due passi dal quel rettangolo verde che lo ha visto soffrire sei giorni fa. Non sarà in panchina, come avrebbe voluto. Ma si accomoderà a pochi passi da Spalletti. L’unico intervento pubblico di ieri sera, sul Tg1, l’ha fatto per incoraggiare Ilary Blasi, alle prese con il festival di Sanremo. Sul palcoscenico dell’Olimpico, due squadre pronte a darsi battaglia: da una parte la Lazio, reduce dall’impresa di Firenze, dall’altra la Roma, protagonista di una cavalcata da far tremare i polsi. In mezzo tredici lunghezze. Quelle che separano i due club e nelle quali navigano le speranze Uefa dei biancolesti e quelle Champions dei giallorossi. Una sfida senza Totti, dicevamo. Al quale Sky ha voluto inviare un messaggio di auguri, acquistando due pagine del Romanista di oggi. Sul quotidiano una foto del capitano e la scritta: «Ti aspettiamo in campo con la Roma e a Germania 2006».
E allora, in attesa di graditi ritorni, a candidarsi al ruolo di uomo-derby spetta a Di Canio, abilissimo provocatore di altre vigilie. «Totti? È vero – ammette - l’ho chiamato dopo l’infortunio. Ma negli ultimi tre giorni, non me n’è fregato di meno... Però mi dispiace non ci sia: non è bello andare in battaglia, senza avere di fronte chi trascina i suoi soldati. Devo e voglio vincere questa gara». Altro tema: la designazione di Trefoloni. «Ci vuole un’intelligenza sopraffina – tuona - per mandare lo stesso arbitro che, già in un derby e in altre occasioni, ha danneggiato oggettivamente la Lazio». Un attacco in piena regola al designatore Mattei. «Ci sono dei precedenti – sottolinea - e non ci piacciono i “cappottini” preparati. Vediamo di far filare tutto liscio...». Uno sfogo che merita chiarezza: la terna arbitrale di domani, composta da Trefoloni e dai guardalinee Griselli e Calcagno, è la stessa del derby del novembre 2003, terminato 2-0. Segnarono Mancini ed Emerson. Ma proprio il gol di Mancini fu oggetto di contestazioni da parte dei laziali, che si sentirono danneggiati. «Sono convinto che questa partita verrà vinta sugli spalti – conclude Di Canio - e tutti dovranno fare il loro dovere. Mi riferisco anche alle forze dell'ordine: vedrete che non succederà nulla».
Tutto esaurito e la decisione di applicare tolleranza zero, specie in materia di triscioni. Il questore di Roma, Marcello Fulvi, rassicura: «Ci sarà un impegno maggiore e un incremento di personale». A Trigoria, dove questa mattina sbarcheranno diecimila tifosi per festeggiare Totti e caricare la squadra in vista della gara che vale una stagione, si respira un’aria da grande attesa. La storia è a un passo: la combriccola di Spalletti, con l’undicesimo trionfo di fila, salirebbe sulla vetta dei record. «Sarebbe la ciliegina sulla torta – spiega Panucci - e un bel regalo per il nostro capitano. Lo aspetteremo in eterno. Intanto ci affidiamo a Montella: sarà lui l’uomo-partita». Già. Anche perché, l’attaccante campano, nel 2002 segnò alla Lazio 4 gol in un colpo solo. «Speriamo si sblocchi proprio nel derby, mi basterebbe vincere 1-0, al 90’. La Lazio non ci spaventa. Ma occhio a Di Canio» chiude Panucci. Dacourt rimpiange Capello: «Nessuno come lui sapeva preparare il derby».

Pensaci, Spalletti.

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