La Cappella Sistina di Milano torna dopo 20 anni di restauri

La splendida chiesa di corso Magenta riconsegnata alla città dopo un recupero degli affreschi costato circa quattro milioni

La cappella sistina di Milano torna alla città, più bella che mai. Sono state riconsegnate ufficialmente ieri le «chiavi» di San Maurizio dopo anni di restauro. L'ultima fase del recupero ha riguardato la facciata: a sigillarla, in corso Magenta, il sindaco Giuliano Pisapia, il vescovo ausiliare e abate di Sant'Ambrogio Erminio De Scalzi. Con loro Piero Giarda, presidente del consiglio di sorveglianza di Bpm, la Banca Popolare di Milano che ha guidato il gruppo di restauro in collaborazione con Sovrintendenza delle Belle Arti e del Paesaggio e Touring club italiano.

Per la conclusione dei restauri, nel pomeriggio, ha visitato la chiesa - accompagnato dallo stesso da Giarda - anche il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini: «Un luogo così meraviglioso - ha detto il ministro - oggetto di un restauro così fantastico diventerà meta obbligatoria di tutti i viaggiatori che verranno a Milano. Non ero mai stato qui: lo conoscevo per le letture e il lungo restauro che è stato fatto, ma vederlo così davvero toglie il fiato».

Ci sono voluti oltre 20 anni di lavoro e una sponsorizzazione da circa 4 milioni di euro per terminare il recupero della Cappella Sistina milanese (a metà strada tra il Duomo e la basilica di sant'Ambrogio) e dei 4.000 metri quadri di affreschi, oggi rimessi a nuovo. «Un altro gioiello storico e artistico viene oggi restituito alla città, ai milanesi e ai turisti, la chiesa di San Maurizio, un luogo dove fede e arte convivono da decenni», ha detto il sindaco Giuliano Pisapia intervenendo alla presentazione dei restauri. Tra i siti più visitati del Touring Club italiano a Milano, la chiesa San Maurizio è una testimonianza della pittura rinascimentale lombarda del sedicesimo secolo: due ambienti, un'aula con il coro destinata alle monache di clausura e uno spazio destinato ai fedeli, sono completamente rivestiti da affreschi brillanti di Bernardino Luini, dei suoi figli, e della sua scuola. Prima dei lavori di restauro, si è sempre prodotto cultura, facendo diventare questo luogo il tempio della musica sacra. Negli anni Ottanta, gli affreschi però risultavano completamente anneriti da fumi e residui di inquinamento atmosferico.

Le prime opere di restauro sono partite grazie a un lascito anonimo nel 1985. La prima donazione era arrivata da una cittadina che aveva assistito ai concerti organizzati in San Maurizio, quando gli affreschi erano completamente anneriti. Nel 1997 Bpm ha «adottato» la chiesa sostenendo l'intero restauro. «È stato un impegno finanziario complesso - ha detto Giarda - ma il coinvolgimento di Bpm con il territorio è indipendente da chi si trova a guidarla. E guardando queste opere straordinarie capiamo anche che questa non è una conclusione definitiva ma temporanea.

Interventi di questo tipo sono un modo per creare ricchezza e valore».

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