Cronache

Carolina, colpi di fulmine per la pallanuoto e Cassano

Carolina, colpi di fulmine  per la pallanuoto e Cassano

(...) Il gossip si spreca, anzi si è sprecato. Lei non ne parla, non ne vuole parlare. Comprensibile. La domanda piuttosto è un’altra: la pallanuoto è fatica. Si gioca con mani e piedi, in più bisogna nuotare. Ma com’è che una ragazzina di terza liceo si è infilata in un’impresa simile? «Mi sono innamorata da subito della pallanuoto. Il classico colpo di fulmine. È successo quattro anni fa: sono venuta per caso al Porticciolo ed ho visto un gruppo di ragazze che giocavano. Ho conosciuto Neira (Marsili, il tecnico della Sportiva, ndc) che mi ha invitato. Di lì il passo è stato breve.»
Sorride mentre si racconta: anche perché, non vi è dubbio alcuno, la pallanuoto è ormai nel suo dna. «All’inizio è stato proprio come in un bel gioco: non lo nego, mi divertivo. Dopo un paio di mesi mi sono trovata convocata in un collegiale della nazionale giovanile. Non mi sembrava vero». A quel punto la coinvolgente macchina della pallanuoto l’ha imbrigliata. Lascia la danza, fino ad allora praticata e si getta in vasca scegliendo anche la strada più faticosa: «Due ore al giorno di allenamento sono pesanti, sei giorni su sette. Ma resta sempre un divertimento: certamente in questi ultimi tempi per giocare i play off l’impegno è più pressante. Gli allenamenti sono pesanti: ma fa lo stesso, mi piace e poi sono difficoltà che con tutta la squadra affrontiamo con grande affiatamento. Anche se non mi piace affatto nuotare».
Spensieratezza, voglia di vivere: Carolina è così, spontanea, ma determinata, schietta, appassionata come la descrive il Prof. Giorgio Alberti, presidente della Sportiva Nervi. «Quando siamo saliti in A2 – racconta il numero uno bluarancio – mi sono trovato con il dilemma se investire e costruire una squadra in funzione di un certo gioco oppure, secondo certe indicazioni, fare una squadra per sopravvivere. L’esplosione di Carolina, la determinazione della squadra, ci ha portato ad un passo dalla A1». Un talento puro, insomma, che spesso la porta a uscire dagli schemi di gioco: una fantasista che in vasca ora è in difesa, ora va al tiro. Come spiegare questi cambiamenti? «È il mio gioco – confessa candidamente - non so fare altrimenti. Non credo di essere egoista, non credo di voler fare torti alle mie compagne. Ogni volta che Neira ci esorta a fare uno schema anziché un altro, immancabilmente io invento qualcosa». E quando scocca il tiro fulmina. Resta comunque un bel dilemma: fra la pallanuoto e lo studio chi vince? «Senza dubbio la pallanuoto: mi piace troppo e mi piace ancor di più il clima che si respira a Nervi». Una dichiarazione d’amore alla Sportiva. «Senza dubbio. Sarà ben difficile che un giorno la possa lasciare».
Questo pomeriggio alle 15 a Bogliasco si gioca gara due della finale play off promozione: all’andata le Diavoline hanno preso subito il largo. Oggi che cosa succederà a Bogliasco? «Non voglio pensarlo». E a Vienna cosa succederà? Pausa: il suo bel viso si scurisce, come se cercasse una via di fuga. Ma quella parola magica è lì sulle sue labbra, «Italia».

Con una speranza, taciuta, ma certa: che il suo bell’Antonio faccia a tutti noi un bel regalo.

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