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Casa An, colpo di spugna della procura: Fini era indagato, chiesta archiviazione

La procura ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta sulla casa dalla contessa Colleoni e poi ceduta da An nel 2008 per 300mila euro. Erano indagati per truffa aggravata Fini e l'ex tesoriere Pontone. Il pm: "La valutazione sul prezzo compete al giudice civile". Sms ai finiani: non commentate. Feltri: "Non tutto può essere archiviato" Storace: "Per Fini c'è il processo breve, brevissimo"

Casa An, colpo di spugna della procura: 
Fini era indagato, chiesta archiviazione

Roma - "Nessuna truffa" dietro la cessione di un appartamento a Montecarlo ereditato da Alleanza Nazionale nel 1999 e ceduto nel 2008 per 300 mila euro. A queste conclusioni sono arrivati il procuratore della Repubblica di Roma, Giovanni Ferrara, e l’aggiunto Pierfilippo Laviani a conclusioni dell’inchiesta culminata nella richiesta di archiviazione.

Richiesta di archiviazione In merito a questa vicenda la procura di Roma ha emesso un comunicato nel quale si legge che il procedimento penale "sorto a seguito della denuncia presentata il 30 luglio da Roberto Buonasorte e Marco Di Andrea è riguardante la vendita a società off-shore di un appartamento a Montecarlo da parte dell’associazione/partito Alleanza Nazionale, nel 2008, è stato definito con richiesta di archiviazione". Nel comunicato la procura spiega che "si è proceduto alle investigazione del caso, pertinenti alla denunciata truffa, mediante audizioni di persone ed acquisizioni documentali, sia presso la sede del partito sia a mezzo rogatoria al Principato di Monaco". 

Fini e Pontone nel registro degli indagati Il presidente della Camera Gianfranco Fini, in qualità di ex presidente di An e il senatore Francesco Pontone, ex tesoriere del partito, erano stati iscritti nel registro degli indagati della procura di Roma. Nei loro confronti era stato ipotizzato il reato di truffa aggravata.  

Pm: "Valutazione sul prezzo compete al giudice civile" "Qualsivoglia doglianza sulla vendita a prezzo inferiore non compete al giudice penale ed è eventualmente azionabile nella competente sede civile". Così si afferma in una nota diffusa dalla Procura di Roma rispetto all’inchiesta. Il valore dell'immobile, secondo quanto comunicato dal Principato di Monaco, era triplicato al momento dell'alienazione rispetto a quello dichiarato a fini successori, 273mila euro. Tale valutazione - si spiega - della Chambre Immobiliere Monegasque, "è stata effettuata in astratto, senza tener conto delle condizioni concrete del bene, descritto dai testi come fatiscente". 

L'sms ai finiani: non commentate Un messaggino ha raggiunto oggi i finiani sul cellulare, con l’ordine di scuderia di non commentare in alcun modo la notizia dell'archiviazione chiesta dalla procura di Roma. Il senatore di Futuro e libertà, Francesco Pontone, ex amministratore del patrimonio di Alleanza nazionale, ha espresso la propria soddisfazione per la richiesta di archiviazione delle indagini. "Sono contento e soddisfatto - ha detto conversando con i giornalisti in sala stampa al Senato -, perchè in questo modo è stato dimostrato che si tratta di un'azione sballata presa contro il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e contro il sottoscritto". 

Feltri: "Non tutto può essere archiviato" "Non credo che possa essere archiviato tutto, anche dal punto di vista civilistico. Gli italiani hanno diritto di sapere. Se poi ci sono altri motivi, io mi rassegno e capisco che ci sono cose che non si possono raccontare". Lo ha detto il direttore editoriale del Giornale, Vittorio Feltri, in occasione del convegno "Difendiamo la libertà di stampa: due pesi e due misure", commentando a margine la notizia della richiesta di archiviazione del pm di Roma. "Il Giornale, Libero e Il Tempo hanno pubblicato articoli sulla casa di Montecarlo che apparentemente hanno creato un senso di fastidio anche nel centrodestra - ha detto ancora Feltri nel corso del suo intervento -. Non c’è stata una sola interrogazione parlamentare sul tema e si è persa l’occasione di capire l’andazzo di questo nuovo partito che si chiama Fli. Ma vi sembra normale?" ha chiesto al pubblico presente al convegno che lo ha applaudito a lungo.

Sallusti: "Confermate le nostre tesi" "Prendiamo atto che la procura di Roma conferma le nostre tesi sulla vicenda della casa di Montercarlo". Così Alessandro Sallusti, direttore responsabile del Giornale. Per Sallusti la procura ha certificato "che la vendita è avvenuta a un prezzo inferiore a quello di mercato", ma la decisione di chiedere l’archiviazione fa sorgere due perplessità. "La prima è di capire come mai la procura non abbia ritenuto di allargare le indagini in altre direzioni; la seconda è di capire come mai Fini sia l’unico politico indagato senza che si venga a sapere" ha detto. "Questo - ha rincarato il direttore - lascia intendere un’attenzione per il presidente della Camera che non c’è stata per altri rappresentanti politici. Noi comunque non abbiamo mai posto il problema da un punto di vista giuridico, ma di etica politica".

Storace: "Per Fini c'è il processo breve, brevissimo" "Il processo breve, brevissimo si applica solo a Gianfranco Fini. In poche settimane lo si scrive nel registro degli indagati per truffa e poi si decide che va assolto... In compenso, si ammette che c'è stato il danno per aver svenduto la casa di Montecarlo finita al cognatino. Proviamo ad indovinare che cosa sarebbe successo a un cittadino comune. Ovviamente ci sarà opposizione documentatissima a quella che per ora è solo una richiesta della Procura di Roma".

Lo dichiara in una nota Francesco Storace segretario nazionale de La Destra. 

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