Roma

Una casa da gioco a Ostia è l’obiettivo strategico per rilanciare il litorale Ecco dove si potrebbe fare

Lo ha detto da tempo il sindaco Gianni Alemanno anche al presidente del XIII municipio Giacomo Vizzani riferendosi allo sviluppo di Ostia: «In ogni regione c’è una casa da gioco. Non capisco perché Roma non dovrebbe averne una. Magari sul litorale. Sarà la Regione a decidere, ma noi crediamo nell´iniziativa. Meglio un casinò che il gioco d’azzardo clandestino. Non ci sarebbe pericolo per la criminalità perché sarebbe gestito dallo Stato e per di più una parte dei proventi verrebbero destinati a opere di bene».
Ora il discorso è stato ripreso e fatto proprio da Enrico Folgori, presidente vicario del gruppo Pdl alla Provincia, che ha promosso a Ostia il convegno «Il futuro del Lazio riparte dal XIII», al quale hanno preso parte l’eurocommissario Antonio Tajani e la parlamentare Beatrice Lorenzin, per la quale «occorre credere nel rilancio turistico del territorio con un progetto che guardi avanti con senso di responsabilità per essere protagonisti». Di rimando Folgori ha spiegato che «aprire il casinò a Ostia è un obiettivo strategico per lo sviluppo del litorale e potrà diventare il trampolino di lancio per l’indotto economico attirando nuovi investimenti». Nel corso del dibattito sono state esaminate «le possibili location adatte per ospitare una grande casa da gioco: l’Enalc Hotel, di proprietà regionale da anni tenuto chiuso, oppure l'ex Colonia Vittorio Emanuele III, di proprietà comunale, di ben 16mila metri quadrati occupati da un centro sociale, entrambi con bella vista sul lungomare e facilmente raggiungibili.

La ricaduta occupazionale del casinò di Ostia - ha osservato Folgori - sarebbe senza paragoni: uno studio ha stimato che si verrebbero a creare circa 11mila nuovi posti di lavoro con circa 600 milioni di euro di nuovi investimenti».

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