Cultura e Spettacoli

Casa Mediashopping fa il gioco pulito

Eccola dunque la televendita in formato sitcom, o se volete la sitcom in formato televendita. Ha preso il via su Rete 4 Casa Mediashopping (dal lunedì al venerdì alle 7,40, il sabato alle 7), curioso esperimento attraverso cui si fa pubblicità a una serie di prodotti commerciali presentandoli all'interno di un formato narrativo anziché con l'abituale ricorso al personaggio noto (da Mike Bongiorno in giù) che ne illustra pregi e mirabilie varie. Detto in altre parole, un gruppo di una decina di attori (tra cui Jill Cooper, volto noto delle televendite Mediaset) interpreta un canovaccio tipo Casa Vianello, con una serie di episodi a carattere domestico ambientati in un appartamento che diventa un via vai di amici e conoscenti. Nel bel mezzo dei dialoghi, mentre ad esempio marito e moglie sono alle prese con un'amica che è capitata in casa e che ha problemi sentimentali da risolvere, ecco che scatta la sinergia tra testo ad uso sitcom e messaggio pubblicitario: i tre si accomodano su un divano per discutere delle ambasce d'amore dell'amica? Vengono decantate le lodi del divano in questione, dando tutta una serie di informazioni al riguardo. C'è da mettere in ordine la casa perché sta arrivando un ospite inaspettato? Tra una battuta e l'altra viene azionata la scopa rotante con tanto di descrizione delle sue peculiarità. Prima ancora della messa in onda di Casa Mediashopping sono partite le previste polemiche, perché si contesta al programma di rappresentare una ambigua commistione tra intrattenimento e commercio, creando un precedente pericoloso. In realtà, dopo aver visto di che si tratta, si capisce all'istante che non esiste alcun pericolo di commistione perché la scritta «televendita» rimane fissa sulla parte alta del teleschermo, e niente può far pensare a una trappola per adescare telespettatori ingenui. Piuttosto il criterio per giudicare una simile iniziativa dovrebbe essere di altra natura: è davvero più accattivante questo tipo di messaggio pubblicitario rispetto alla televendita tradizionale? Crea più simpatia o irritazione, coinvolgimento o perplessità a causa dei suoi picchi di umorismo involontario? Quanto al fatto di determinare un pericoloso precedente, anche qui il discorso andrebbe capovolto, perché Casa Mediashopping è, qualunque sia il giudizio che se ne vuole dare, un modo diretto e sincero di veicolare i propri messaggi pubblicitari in un mondo mediatico che invece, molto spesso, spaccia le sue marchette promozionali per interviste serie, fa inquadrare marchi e griffe con espedienti fittizi in ogni tipo di fiction e persino all'interno dei telegiornali, crea ogni genere di occasione per lanciare mesaggi pubblicitari non trasparenti in ambiti che non dovrebbero proprio contenerli.

Perlomeno qui si capisce subito di che si tratta e con che cosa abbiamo a che fare, senza possibilità di equivoci o malintesi.

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