Cronaca locale

Case ai rom, Maroni "convince" la Moratti

Oggi incontro tra il ministro e il sindaco dopo le polemiche sui 25 alloggi popolari per le famiglie del Triboniano. Bloccato il piano dell’assessore Mariolina Moioli: nei quartieri Aler andranno solo casi di estrema emergenza

Case ai rom, Maroni "convince" la Moratti

Cinque o sei alloggi al massimo, per situazioni di emergenza inconfutabili, vedi la presenza di un familiare con malattia grave. Ma il messaggio lanciato da Lega e Pdl prima del vertice che si terrà oggi in prefettura tra il ministro dell’Interno Roberto Maroni, sindaco e presidente della Provincia per risolvere una volta per tutte il caso dei 25 appartamenti dell’Aler destinati - prima che scoppiasse la polemica - ai rom del Triboniano è chiaro: "L’assessore ai Servizi sociali non pensi di prenderci ancora per il naso". E Letizia Moratti, che si è trovata in mano la patata bollente, sarebbe pronta a "scaricare" la fedelissima Mariolina Moioli. Ringraziandola per il piano di accoglienza messo a punto con il terzo settore, ma bloccando di fatto le assegnazioni alle famiglie nomadi nei quartieri popolari. Si riparte da capo. Anche perché il Comune guarda all’obiettivo di chiudere il campo regolare più grande della città e non può permettersi di perdere i 13 milioni di euro già stanziati dal Viminale e che Maroni dopo il pasticcio mediatico sulle case popolari ha minacciato di tagliare. Né a dirla tutta può permettersi la Moratti di impantanarsi su un terreno scivolosissimo per la campagna elettorale. Maroni verrà a ribadire la linea dura contro gli abusivi, avanti con gli sgomberi e con i rimpatri dove è possibile, metterà in chiaro che altri Comuni hanno ricevuto i fondi del Viminale e hanno risolto i problemi senza inventarsi le assegnazioni di case Aler su cui il ministro non intende metterci la faccia. E la Moratti assicura: "Sarò al tavolo con spirito costruttivo, il mio obiettivo è azzerare con tutti gli strumenti messi a disposizione dal governo la presenza di clandestini in città e alleggerire i campi, se serve studiando anche ulteriori soluzioni".
La telenovela si era fermata su una mozione di Pdl e Lega per stoppare le 25 case ex Aler affidate alla Caritas e alla Casa della Carità di don Colmegna per le emergenza sociale. Il voto è stato solo congelato, "avviso" di sfiducia alla Moioli che ha messo in piedi il piano di accoglienza post-sgombero e a cui è stato dato del tempo per riparare ai danni e salvare la poltrona. "Ma non faccia il gioco delle tre carte" aveva avvisato il capogruppo Pdl Giulio Gallera, visto che l’assessore garantiva case solo per le situazioni di emergenza e don Colmegna dichiarava apertamente che le assegnazioni procedevano come se niente fosse successo. Ora: da Pdl e Lega ieri è arrivato uno stop anche alle case confiscate alla mafia, il piano "b" per ospitare comunque a costo zero i rom del Triboniano. "Ci aspettiamo una soluzione di buonsenso, pochi gravi casi di emergenza sociale nelle case ex Aler - ribadisce il consigliere Pdl Carlo Fidanza -, tutto il resto assorbito dalle associazioni in immobili non sottratti all’uso pubblico, neanche quelli confiscati. Ogni soluzione diversa sarebbe in contrasto con l’indirizzo della maggioranza". Podestà tratta: "Gli alloggi sono per le emergenze e dobbiamo stabilire se questa lo è". Categorico il capogruppo della Lega Matteo Salvini: "Avanti con gli sgomberi e no ai regali, rimane chi la casa la compra o la affitta lavorando, tutti gli altri si preparino ad essere allontanati.

Nelle ex Aler solo pochissimi casi di emergenza, per tutti gli altri ci sono privati, la Curia e tanti don che non vedono l’ora di mostrare la loro generosità".

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