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Caso Contrada, stop alla richiesta di risarcimento di 150mila euro

Del caso si occuperà la Consulta, cui si sono rivolti i legali dell'ex 007 sollevando il problema della costituzionalità del concorso esterno in associazione mafiosa. La richiesta era partita dalla Procura generale della Corte dei Conti

Bruno Contrada non dovrà dare 150mila euro di risarcimento allo Stato per il danno d'immagine provocato dalla sua condanna, a 10 anni, per concorso esterno in associazione mafiosa. È stata temporaneamente sospesa, dalla Corte dei conti di Palermo, la richiesta di risarcimento all'ex dirigente generale della polizia di Stato.
La decisione fa seguito al deposito, ancora pendente davanti alla Corte costituzionale, sulla legittimità della configurazione del reato di concorso esterno all'associazione mafiosa. La richiesta di sospensione subjudice è stata avanzata dai legali di Contrada, Giuseppe Lipera e Grazia Coco del foro di Catania, e condivisa dalla Procura generale. Il procedimento dunque è stato sospeso in attesa delle determinazioni della Corte costituzionale. E nel frattempo il risarcimento danni resta congelato.
Molto «soddisfatti della decisione della Corte dei conti» si dicono i legali di Contrada, che rimangono però convinti che «nessun danno patrimoniale è stato arrecato dal nostro assistito allo Stato e all'Erario» e che «semmai è vero il contrario, visto che la sentenza definitiva è arrivata dopo 15 anni di processi». Per questo i due avvocati, tra l'altro, sostengono che «il presunto diritto al risarcimento danno deve ritenersi certamente prescritto».


Contrada, che si è sempre proclamato innocente, attualmente si trova agli arresti domiciliari per gravi motivi di salute.

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